Il Fondo di garanzia si apre ai professionisti

Il decreto del Fare apre un nuovo canale per i finanziamenti che conduce ai Confidi. Il pressing di Confprofessioni Un altro paletto è stato rimosso. Dopo il varo del decreto sviluppo del giugno 2011, che ha aperto le porte dei confidi ai professionisti, il decreto del Fare, approvato dalla Camera, aggiunge un ulteriore tassello fondamentale
Il decreto del Fare apre un nuovo canale per i finanziamenti che conduce ai Confidi. Il pressing di Confprofessioni

Un altro paletto è stato rimosso. Dopo il varo del decreto sviluppo del giugno 2011, che ha aperto le porte dei confidi ai professionisti, il decreto del Fare, approvato dalla Camera, aggiunge un ulteriore tassello fondamentale per favorire l’accesso al credito da parte dei liberi professionisti. Il decreto legge che detta disposizioni in materia di rilancio economico presenta, infatti, importanti novità per la crescita economica e, in particolare, per il sostegno alle imprese con il rafforzamento del Fondo di garanzia per le Pmi che, anche grazie alle sollecitazioni di Confprofessioni, viene esteso per la prima volta ai liberi professionisti. Il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Francesco Paolo Sisto, e il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, relatori del decreto presso le commissioni riunite della Camera, hanno infatti accolto un emendamento presentato da Confprofessioni teso ad “assicurare anche ai liberi professionisti l’accesso al credito del Fondo di garanzia, costituito presso il Microcredito centrale, con lo scopo di garantire una parziale assicurazione ai crediti concessi alle piccole e medie imprese”. L’articolo 5 bis nel testo approvato lo scorso 18 luglio dalle Commissioni riunite riflette in larga misura la proposta di Confprofessioni, inviata ai relatori del provvedimento il 27 giugno scorso con lo spirito di consentire a tutti i professionisti (ordinistici e non) e lavoratori autonomi una misura di sostegno che, viceversa, sarebbe rimasta confinata esclusivamente al sistema delle piccole e medie imprese.

Non si tratta di una casualità. C’è una preordinata strategia di sistema che anima le iniziative politiche della Confederazione. Grazie alla continua azione politica e istituzionale portata avanti in questi ultimi anni, intorno al sistema di Confprofessioni si sta infatti consolidando un modello di sviluppo economico che apre nuove prospettive e inediti scenari per il mondo dei professionisti. Garantire pari opportunità a professionisti e favorire l’accesso al credito è una delle priorità dell’agenda istituzionale di Confprofessioni da almeno tre anni a questa parte. È accaduto nell’ottobre del 2010 con il varo del progetto Valore professioni in partnership con Unicredit; si è affermata nel giugno del 2011, con il citato decreto sviluppo e il conseguente lancio di due Confidi dedicati ai professionisti, promossi da Confprofessioni. Parallelamente, si è intensificata l’azione anche a livello europeo, culminata con il riconoscimento del ruolo economico e sociale dei professionisti nel Piano d’azione “Imprenditorialità 2020”, lanciato del vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, che estende gli incentivi concessi alle Pmi anche ai liberi professionisti. Da qui Confprofessioni è stata chiamata a presiedere il gruppo di lavoro “Imprenditorialità 2020” in seno al Consiglio europeo delle professioni (Ceplis). In questo ambito, Confprofessioni ha sottolineato l’opportunità di un ruolo attivo del Fondo sociale europeo e della banca europei degli investimenti per fornire ulteriori garanzie ai sistemi dei confidi. L’ultimo tassello per favorire l’accesso al credito da parte dei professionisti si è materializzato con il cosiddetto decreto del Fare che prevede appunto l’estensione ai professionisti l’accesso al credito del Fondo di garanzia.

Il Fondo di garanzia, istituito nel 2000 presso il ministero dello Sviluppo economico, ha lo scopo di favorire l’accesso al credito delle Pmi e ora anche dei liberi professionisti, attraverso la concessione di una garanzia pubblica a fronte di finanziamenti concessi dalle banche. Il professionista che necessita di un finanziamento per la propria attività professionale può chiedere alla banca di garantire l’operazione mediante la garanzia pubblica. In alternativa, il professionista può attivare la cosiddetta “Controgaranzia” rivolgendosi ad un Confidi o ad altro fondo di garanzia che provvederanno ad inviare la domanda di controgaranzia al Fondo. In sostanza è il Confidi a garantire il finanziamento concesso dall’Istituto di Credito e a garantirsi a sua volta grazie all’intervento del Fondo. Il professionista quindi non ottiene un contributo in denaro o l’erogazione diretta di un finanziamento agevolato da parte del Fondo di garanzia, ma ha la concreta possibilità di ottenere attraverso banche, società di leasing o confidi, condizioni economiche migliori riguardo tassi e commissioni o nell’erogazione di maggior credito.
 

12216