ISFOL: ALTA ISTRUZIONE, BASSO IMPIEGO

Audizione in Senato sulla dinamica del mercato del lavoro I lavoratori con elevato livello di istruzione sono impiegati in misura crescente in occupazioni che richiedono qualifiche basse o medie e i rendimenti dell’istruzione sono diminuiti. E’ quanto emerge dall’audizione svolta l’8 aprile dal presidente dell’Isfol, Sergio Trevisanato, in Commissione Lavoro, Previdenza sociale del Senato. Tema
Audizione in Senato sulla dinamica del mercato del lavoro

I lavoratori con elevato livello di istruzione sono impiegati in misura crescente in occupazioni che richiedono qualifiche basse o medie e i rendimenti dell’istruzione sono diminuiti.

E’ quanto emerge dall’audizione svolta l’8 aprile dal presidente dell’Isfol, Sergio Trevisanato, in Commissione Lavoro, Previdenza sociale del Senato. Tema dell’audizione:l’indagine conoscitiva sul livello dei redditi di lavoro e sulla redistribuzione della ricchezza in Italia tra il 1993 e il 2008.

In base alle elaborazioni dell’Isfol, nel periodo considerato, gran parte della crescita dell’occupazione, è stata assorbita da posti di lavoro di media e bassa qualità, mentre è rimasta contenuta nei posti di buona qualità. Ciò in contrasto con quanto avviene a livello internazionale dove si assiste, viceversa, ad un aumento delle differenze dei redditi spesso a favore dei lavoratori in possesso di titoli di studio elevati.

Inoltre, i rendimenti dell’istruzione sono diminuiti lungo tutta la distribuzione dei salari. Tra il 1993 e il 2004, ad esempio, il rendimento di un titolo di studio universitario si è ridotto in media del 26,8% per i laureati. Il rapporto tra il salario orario netto di un laureato e quello di un diplomato scende in 10 anni da 1,57 a 1,46.

La riduzione dei rendimenti dell’istruzione può essere collegata alla limitata diffusione delle nuove tecnologie nel sistema produttivo e alla crescita limitata della domanda di lavoro qualificato.

L’Isfol stigmatizza anche la scarsa diffusione della contrattazione di secondo livello in Italia che ha un tessuto produttivo polverizzato, per giunta caratterizzato da un’elevata quota di lavoro autonomo.

La parcellizzazione del lavoro, osservata negli ultimi quindici anni, non si è concretizzata solamente con la crescita della quota di lavoro a tempo parziale ed a tempo determinato, ma anche con l’apparire nel mercato del lavoro di occupazioni di breve durata e poco retribuite.

A fare le spese di questa “atipicizzazione” dei rapporti di lavoro, sono stati in prevalenza i giovani e, in parte, le donne. I dati ISFOL mostrano a tal proposito come il salario lordo annuale di un giovane in età inferiore ai 24 anni sia calato in media di quasi 20 punti percentuali, passando da quasi 11 mila euro del 1993 a poco meno di 9 mila euro nel 2002.
 

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