Liberalizzazioni, occhi puntati sull’art. 9

Martedi’ 21 febbraio riprende l’esame del decreto in Commissione Industria al Senato. Con il capitolo delle professioni Break del Senato sulle decreto liberalizzazioni. La Commissione Industria riprenderà l’esame del provvedimento martedì 21 febbraio, affrontando il voto dell’art. 9, recante disposizioni sulle professioni regolamentate. Slittano, dunque, dopo il fine settimana i capitoli caldi che riguardano l’abrogazione
Martedi’ 21 febbraio riprende l’esame del decreto in Commissione Industria al Senato. Con il capitolo delle professioni

Break del Senato sulle decreto liberalizzazioni. La Commissione Industria riprenderà l’esame del provvedimento martedì 21 febbraio, affrontando il voto dell’art. 9, recante disposizioni sulle professioni regolamentate. Slittano, dunque, dopo il fine settimana i capitoli caldi che riguardano l’abrogazione delle tariffe professionali, l’obbligo di pattuizione del compenso e la possibilità di svolgere il tirocinio durante gli studi universitari. Nella seduta di giovedì 16 febbraio la Commissione presieduta da Cesare Cursi, dopo aver esaminato una selva di emendamenti, ha votato solo gli articoli 1 (Liberalizzazione delle attività economiche e riduzione degli oneri amministrativi sulle imprese), 2 (Tribunale delle imprese), 7 (Tutela delle microimprese da pratiche commerciali ingannevoli e aggressive) e 8 (Contenuto delle carte di servizio).
Rinviato l’esame anche sull’art. 3 del provvedimento che detta nuove norme per l’accesso dei giovani alla costituzione di società a responsabilità limitata. I due relatori, Filippo Bubbico e Simona Vicari, hanno presentato infatti l’emendamento 3.100, interamente sostitutivo dell’articolo 3 sulla costituzione Srl, sul quale il Gruppo parlamentare IdV ha già preannunciato una serie di subemendamenti. Nel corso della seduta, il presidente Cursi ha fatto calare la scure dell’inammissibilità su oltre un centinaio di emendamenti, dichiarati improponibili, anche dopo l’intervento del Presidente del Senato, Renato Schifani, che ha invitato la Commissione a valutarne rigorosamente l’ammissibilità. Anche il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha sollecitato i partiti di limitarsi ad un gruppo ristretto di modifiche; viceversa il Governo sarà costretto a ricorrere al voto di fiducia.
L’attenzione si sposta, ora, sui 180 emendamenti presentati sull’art. 9. Alcuni invocano la soppressione integrale dello stesso articolo, come ha già fatto la Commissione Giustizia del Senato nel suo parere, altri invece propongono di cancellare solo la norma che abroga le tariffe professionali e di lasciare invariato il comma concernente il tirocinio e modificare quello sulla pattuizione del compenso al momento del conferimento dell’incarico, mantenendo il riferimento alle tariffe. Tra gli emendamenti ammissibili, ma non ancora votati, spiccano quelli di Maria Ida Germonanti sull’assicurazioni rischi professionali; di Enzo Ghigo e Francesco Casoli sull’accorpamento delle professioni regolamentate; di Enrico Musso e Gianpiero D’Alia sull’estinzione debiti PA a favore dei professionisti e, infine, un altro emendamento a firma di Ghigo sugli aiuti de minimis agli studi professionali.
 

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