Maggioranza tra ottimismo e divisioni

NOTA POLITICO ISTITUZIONALE. Il Pdl rilancia l’azione di governo. Sud, imprese e federalismo fiscale i primi obiettivi. Il rebus della Lega. Martedi’ 1 febbraio si è svolto il vertice PdL convocato a Palazzo Grazioli con l’obiettivo di fare il punto della situazione e delineare i futuri obiettivi dell’azione di governo, dopo la bocciatura da parte
NOTA POLITICO ISTITUZIONALE. Il Pdl rilancia l’azione di governo. Sud, imprese e federalismo fiscale i primi obiettivi. Il rebus della Lega.

Martedi’ 1 febbraio si è svolto il vertice PdL convocato a Palazzo Grazioli con l’obiettivo di fare il punto della situazione e delineare i futuri obiettivi dell’azione di governo, dopo la bocciatura da parte delle opposizioni della proposta del premier, Silvio Berlusconi, di avviare un percorso condiviso per attuare le riforme necessarie al Paese. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha risposto al Piano per la crescita presentato da Berlusconi con un articolo sul Corriere della Sera, sottolineando che la proposta è arrivata fuori tempo massimo. E mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sensibilmente preoccupato per il rischio concreto e crescente di conflitti istituzionali, invita le forze politiche ad “abbassare i toni”, il premier è deciso ad andare avanti, fissando i primi obiettivi per rilanciare l’azione di governo. Sul tappeto Sud e maggiore liberta’ alle imprese, anche attraverso l’annunciata modifica dell’articolo 41 della Carta Costituzionale. La partita cruciale, tuttavia, si gioca sul tavolo del federalismo fiscale e il Cavaliere ha voluto rassicurare il leader della Lega, Umberto Bossi e gli alleati che il federalismo andra’ avanti, cosi’ come la maggioranza di governo e la legislatura.
Tuttavia, proprio nell’apparentemente granitico fronte leghista rischiano di aprirsi significative spaccature: il confronto tra Roberto Maroni, che in un’intervista al Corriere della Sera ha confermato «elezioni anticipate sicure» in caso di bocciatura del federalismo, e il ministro Roberto Calderoli, politicamente fedele al presidente del Consiglio e contrario alla tesi del “governo a rischio”, pare essere appena agli inizi e dall’esito non facilmente prevedibile. Secondo i bene informati, Maroni avrebbe voglia di “smarcarsi” in vista di una sua possibile condidatura a Palazzo Chigi. Comunque sia, all’interno del partito di Bossi le squadre sembrano essere già schierate con il titolare dell’Interno che ad oggi sembra poter contare sull’appoggio di Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione Bilancio della Camera, e di Luca Zaia, governatore del Veneto. Con Calderoli sarebbero invece i due capigruppo leghisti a Montecitorio e Palazzo Madama, Marco Reguzzoni e Federico Bricolo, nonche’ il governatore del Piemonte Roberto Cota.
Nel frattempo, dalle colonne del Messaggero, arriva l’invito alle forze politiche ad «abbassare i toni» del Presidente Napolitano,
A dare man forte alle tesi della tenuta della maggioranza arriva, in queste ore, l’indiscrezione che vedrebbe Luca Barbareschi, finiano convinto e tenace sostenitore del “manifesto per l’Italia”, il documento che ha dato vita a Futuro e libertà, sul punto di lasciare il gruppo parlamentare di Fli per approdare momentaneamente al gruppo Misto ed in seguito al neo-gruppo dei “responsabili”. Per ora il diretto interessato smentisce, pur non negando l’incontro del 31 gennaio con Berlusconi, rubricando le notizie stampa sul suo conto come semplici «illazioni» e giurando fedeltà al Presidente della Camera, dicendosi piuttosto pronto a dimettersi da parlamentare qualora non venissero rispettati i punti costitutivi di Fli.
 

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