Mediazione, pace fatta tra ministero e Cnf

Nei procedimenti di conciliazione obbligatoria necessaria l’assistenza delle toghe. Critiche dall’avvocatura “Oggi ricomincia un cammino comune per il bene della Giustizia in Italia che porterà grandi risultati ai cittadini nel segno della efficienza della Giustizia civile”. Queste le parole del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che nella notte ha raggiunto un’intesa con i vertici del
Nei procedimenti di conciliazione obbligatoria necessaria l’assistenza delle toghe. Critiche dall’avvocatura

“Oggi ricomincia un cammino comune per il bene della Giustizia in Italia che porterà grandi risultati ai cittadini nel segno della efficienza della Giustizia civile”. Queste le parole del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che nella notte ha raggiunto un’intesa con i vertici del Consiglio nazionale forense e i presidenti di alcuni grandi Ordini forensi (Milano, Roma e Palermo) sulla mediazione civile. Nella conciliazione sarà, in primo luogo, obbligatoria la presenza di un avvocato nel corso di tutti i procedimenti di conciliazione. L’altro punto forte dell’accordo, oltre alla promozione della negoziazione assistita affidata ai difensori, consiste nel rendere obbligatorio il ricorso alla conciliazione per le controversie di valore inferiore ai 5 mila euro o, in alternativa, nel fissare tariffe graduate.
Massima la soddisfazione espressa per l’intesa raggiunta dal presidente del Cnf, Guido Alpa: “Esprimiamo apprezzamento per la iniziativa del ministro di riaprire il confronto con l’avvocatura, riprendendo un dialogo interrotto; iniziativa raccolta responsabilmente dalle istituzioni forensi”. “Obiettivo condiviso, infatti – aggiunge Alpa – è quello di dare risposte ragionate al problema dell’efficienza del servizio giustizia”. Ma per Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione nazionale forense, aderente a Confprofessioni, “fare una chiacchierata a notte fonda con tre o quattro presidenti di ordine non significa certo riaprire il dialogo con l’avvocatura”.
Nel corso dell’incontro è stata inoltre costituita una cabina di regia permanente per risolvere il problema dello smaltimento dell’arretrato civile. Il Guardasigilli ha infatti accolto la richiesta dell’avvocatura di affiancare un nutrito gruppo di legali alla task force, composta da 600 magistrati in pensione, che avrà il compito di affrontare i 5 milioni di cause pendenti.
Dura anche la reazione dell’Oua. Il suo presidente, Maurizio de Tilla, in una nota, “respinge al mittente la proposta del ministero di Giustizia, accolta, invece, con interesse dal alcuni settori dell’avvocatura. Il ministro Alfano dopo aver rifiutato il dialogo per mesi costringendoci a tre giornate di astensione e a due manifestazioni nazionali, decide proprio ora, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, di avviare una cabina di regia e di prevedere alcune possibili modifiche come l’introduzione dell’assistenza necessaria degli avvocati per cause di alto valore, mantenendo però l’obbligatorietà della mediaconciliazione, caratteristica che, oltretutto, non è prevista in nessun altro paese europeo”. “Una proposta – continua de Tilla – che offende l’avvocatura disattendendo l’unanime richiesta di abrogazione della obbligatorietà della mediaconciliazione e che lascia irrisolti i veri nodi che hanno portato il Tar Lazio a rinviare il decreto legislativo alla Corte Costituzionale”. “I pochi presidenti degli Ordini (che hanno partecipato all’incontro) – conclude – non hanno alcuna legittimazione ad un’intesa che, peraltro, svende i diritti dei cittadini in cambio di poche apparenti concessioni”. Intanto, già la prossima settimana il tavolo verrà riconvocato e si entrerà maggiormente nel merito delle soluzioni tecniche.
 

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