Mercato del lavoro, la lezione di Marco Biagi

L’eredita’  del giuslavorista bolognese ricordato a un convegno promosso da Adapt. Confprofessioni: gli studi hanno saputo trasformare le sue idee di welfare in atti concreti “Marco Biagi non credeva ad una legge che regoli le rappresentanze sindacali unitarie in base ai voti ottenuti nelle elezioni perché si correva il rischio di esasperare le divisioni già
L’eredita’  del giuslavorista bolognese ricordato a un convegno promosso da Adapt. Confprofessioni: gli studi hanno saputo trasformare le sue idee di welfare in atti concreti

“Marco Biagi non credeva ad una legge che regoli le rappresentanze sindacali unitarie in base ai voti ottenuti nelle elezioni perché si correva il rischio di esasperare le divisioni già forti fra le organizzazioni sindacali. Credeva invece ad un modello che rimettesse alla volontà delle parti sociali la stipula di un contratto collettivo sulla base del loro reciproco libero riconoscimento. Un pensiero questo che dobbiamo tener presente ora per vedere e riflettere sul dopo Mirafiori”. È uno dei passaggi centrali del discorso di Michele Tiraboschi, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, al convegno in ricordo di Marco Biagi che si è svolto lo scorso 16 marzo presso Palazzo Giustiniani a Roma, per capire “Le relazioni industriali e di lavoro dopo Mirafiori”. L’incontro promosso da Adapt e dal centro studi Marco Biagi ha visto la partecipazione del presidente del Senato, Renato Schifani e del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, oltre ai soci dell’Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali, tra cui Confprofessioni.
“L’eredità di Marco Biagi – ha spiegato Tiraboschi – va ben oltre la legge di riforma del mercato del lavoro. Tanto da caratterizzare l’intera evoluzione legislativa e contrattuale degli ultimi dieci anni. Non è davvero esercizio retorico o atto di benevolenza verso l’amico e il maestro sostenere che le sue idee hanno continuato a vivere fino al punto di cambiare non solo e non tanto le regole del gioco, ma più ancora la stessa cultura del lavoro nel nostro Paese”.
“Oggi abbiamo avuto modo di toccare con mano la lezione di Marco Biagi” commenta il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella. “Negli ultimi dieci anni le dinamiche del mercato del lavoro si sono evolute a una velocità superiore rispetto a quanto accaduto nelle relazioni industriali e nella produzione normativa. In questo scenario, però, possiamo affermare che il comparto degli studi professionali è stato in grado di cogliere le innovative spinte sociali di Marco Biagi, codificandole nel Ccnl degli studi professionali”.
Al centro dei lavori, i temi della rappresentatività sindacale e della questione dell’utilizzo della contrattazione di secondo livello in alternativa al contratto nazionale di lavoro. Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, “il contratto aziendale può collocarsi anche dentro a quello nazionale se questo è leggero, se consente, cioè, degli adattamenti robusti a quella specifica dimensione aziendale”. Sacconi ha poi ricordato come la lezione di Biagi fosse incentrata nello sforzo di transitare “da un tempo dell’ideologia dello schema astratto al tempo dei rapporti naturali, a dimensione della persona e dell’impresa”, con la conseguenza che “le relazioni industriali devono essere il più possibile vicino alle persone e alle imprese”.
In conclusione del convegno, sono stati consegnati i premi di studio “Marco Biagi 2011” destinati alle migliori tesi di laurea sulle tematiche del diritto del lavoro e delle relazioni industriali.
 

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