Milleproroghe, passa la fiducia alla Camera

Il maxiemendamento passa all’esame del Senato, che dovra’ dare il via libera definitivo entro il 27 febbraio Con 309 voti favorevoli e 287 contrari, la Camera ha approvato la fiducia posta dal Governo sul maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto Milleproroghe. Il provvedimento passa ora all’esame delle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio del Senato per
Il maxiemendamento passa all’esame del Senato, che dovra’ dare il via libera definitivo entro il 27 febbraio

Con 309 voti favorevoli e 287 contrari, la Camera ha approvato la fiducia posta dal Governo sul maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto Milleproroghe. Il provvedimento passa ora all’esame delle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio del Senato per il via libera definitivo, atteso per sabato 26 febbraio, tenuto conto che la data di scadenza del decreto è fissata a domenica 27 febbraio.
Dopo lo stop del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per vizi di incostituzionalità, il governo ha soppresso sette norme e ne ha riformulate due. Tra le norme eliminate, in particolare, la riorganizzazione della Consob contestata dai sindacati, l’aumento da 48 a 60 consiglieri e da 12 a 15 assessori per i comuni che hanno più di un milione di abitanti (come Roma o Milano) e l’assunzione dei precari della scuola sulla base della graduatoria stilata a livello provinciale. Fra le altre novità, slitta al 31 dicembre 2011 il termine per la nuova procedura di impugnazione dei licenziamenti individuali prevista dal collegato Lavoro, e arriva la proroga – a decorrere dal 1° gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2013 – di alcuni incentivi fiscali in favore del settore cinematografico introdotti dalla legge finanziaria 2008, la 244/2007. Accompagnata dalla tassa sul cinema: un contributo speciale di un euro in più per lo spettatore, in vigore dal 1° luglio 2011 al 31 dicembre 2013. Dalla tassa sono escluse le sale delle comunità ecclesiali o religiose). Novità in arrivo anche sull’anatocismo (gli interessi pagati sugli interessi): il termine di 10 anni per chiedere il rimborso delle somme decorre dalla data del versamento e non dalla data di chiusura del conto. Se la prescrizione è già scattata non bisogna però restituire alle banche gli importi già versati al momento dell’entrata in vigore della legge di conversione.

 

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