Non regolamentate, gli emendamenti di Confprofessioni

Presentate in Commissione Industria del Senato le proposte emendative al ddl materia di professioni non organizzate in ordini o collegi Rafforzare la componente intellettuale che caratterizza il lavoro professionale; impedire sovrapposizioni con le attività tipiche delle professioni ordinistiche; garantire il rispetto delle regole deontologiche e stop alla certificazione individuale. Si muovono lungo queste quattro direttrici
Presentate in Commissione Industria del Senato le proposte emendative al ddl materia di professioni non organizzate in ordini o collegi

Rafforzare la componente intellettuale che caratterizza il lavoro professionale; impedire sovrapposizioni con le attività tipiche delle professioni ordinistiche; garantire il rispetto delle regole deontologiche e stop alla certificazione individuale. Si muovono lungo queste quattro direttrici gli emendamenti, proposti da Confprofessioni e presentati il 18 luglio scorso alla Commissione Industria del Senato, che sta esaminando il disegno di legge “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi” (AS. 3270).
Nel dettaglio, la prima proposta emendativa prende in esame la qualificazione del lavoro professionale “intellettuale” previsto dall’art. 1 del ddl, sollecitando un rafforzamento della componente intellettuale che caratterizza il lavoro professionale “intellettuale”. L’obiettivo è quello di evitare “l’equivoco accostamento tra attività di prestazione di servizi e attività di prestazione di opere che rischia di espandere eccessivamente l’ambito delle nuove professioni, includendo figure liminari con il lavoro artigianale, tanto più che è esplicitamente prevista la sufficienza del mero «concorso» del lavoro intellettuale”. Sull’esclusione delle attività tipiche delle professioni ordinistiche dalle aree del lavoro professionale regolamentato, il secondo emendamento si propone “di impedire che possano essere svolte in forma riconosciuta o comunque certificata attività professionali che ricadono nell’ambito delle attività tipiche e caratterizzanti le professioni ordinistiche”. La finalità della proposta è quella di “evitare ingiusti squilibri competitivi a vantaggio di lavoratori non soggetti a rigorosi criteri deontologici e formativi, quali sono invece quelli che regolano il lavoro libero professionale in Italia”.
Per rendere ancor più efficace il quadro regolatorio e competitivo del mercato dei servizi professionali, appare necessario “garantire il rispetto delle regole deontologiche”. Il terzo emendamento presentato da Confprofessioni si propone, infatti, “di rafforzare l’impianto deontologico che deve presiedere allo svolgimento del lavoro professionale e che rappresenta il necessario e doveroso corrispettivo del riconoscimento qualificante la professionale, a tutela del legittimo affidamento dell’utenza”. Secondo la proposta emendativa appare “opportuno” introdurre nel disegno di legge in esame alla Commissione Industria del Senato la previsione per cui “le Associazioni professionali debbano garantire, e non diffondere, il rispetto delle regole deontologiche”. In materia di certificazione di conformità a norme tecniche Uni, disciplinata dall’art. 9, Confprofessioni chiede la soppressione del comma 2 che prevede il rilascio del certificato di conformità alla norma tecnica Uni al singolo professionista anche non iscritto ad alcuna associazione. La ratio dell’emendamento è quella di “riconoscere la certificazione e l’attestazione della qualità professionale solo a vantaggio di professionisti iscritti alle associazioni di cui all’art. 2, nei termini già disciplinati dall’art. 6”. Tale passaggio impedirebbe che soggetti singoli non associati – e dunque svincolati da qualsiasi soggetto deputato a vigilare sul rispetto di regole deontologiche, sulla permanenza di titoli ed esperienze di aggiornamento professionale – possano fregiarsi di attestazioni qualificanti la natura professionale del lavoro svolto.
 

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