Operazione trasparenza per gli ordini professionali

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto per semplificare le norme in materia di prevenzione alla corruzione pubblica. L’obbligo di pubblicare i dati reddituali e patrimoniali dei consiglieri degli ordini sul tavolo dell’Autorità anticorruzione Amministrazioni ed enti pubblici sono tenuti a pubblicare in forma aggregata e disaggregata l’ammontare complessivo delle retribuzioni dei dirigenti della
Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto per semplificare le norme in materia di prevenzione alla corruzione pubblica. L’obbligo di pubblicare i dati reddituali e patrimoniali dei consiglieri degli ordini sul tavolo dell’Autorità anticorruzione

Amministrazioni ed enti pubblici sono tenuti a pubblicare in forma aggregata e disaggregata l’ammontare complessivo delle retribuzioni dei dirigenti della Pubblica amministrazione. Ogni singola amministrazione sarà obbligata a indicare in modo chiaro le spese complessive e, in dettaglio, le retribuzioni dei dirigenti. È quanto stabilito dal decreto legislativo sulla «Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione pubblica e trasparenza» approvato dal Consiglio dei ministri del 20 gennaio 2016.

Il provvedimento presentato dal ministro per la semplificazione Maria Anna Madia, introduce alcuni correttivi alla legge 190 del 2012 e al dlgs 33/2013 in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.

 

L’operazione trasparenza coinvolge anche gli ordini professionali. dopo le recenti sentenze del Tar del Lazio che hanno confermato come gli ordini professionali siano «enti pubblici non economici» e, in quanto tali, sono sottoposti a tutti gli obblighi di legge, come già stabilito dall’Autorità nazionale Anticorruzione. In base, alla delibera dell’Anac, gli ordini professionali sono tenuti a predisporre un piano triennale anticorruzione, mentre i loro vertici sono soggetti ai vincoli di incompatibilità degli incarichi e sono tenuti a rendere pubbliche le informazioni sui redditi, curricula e incarichi della dirigenza oltre allo stato patrimoniale.

 

Con l’approvazione del decreto Madia che semplifica alcune di posizioni in materia prevenzione alla corruzione, alcune rigidità evidenziate dagli ordini professionali dovrebbero essere superate. Su questo punto, lo scorso 28 gennaio alcuni rappresentanti del mondo ordinistico hanno incontrato il presidente dell’Anac, raffaele Cantone, e i vertici dell’Anac per superare alcune criticità emerse in particolare sull’obbligo di pubblicazione dei dati reddituali e patrimoniali per i consiglieri degli ordini e dei collegi professionali. Secondo quanto riferito da alcuni organi di stampa, i soggetti che ricoprono un ruolo all’interno degli ordini a livello centrale o territoriale dovranno pubblicare sui loro siti internet solo le entrate derivanti dalla carica ricoperta e non più lo stato patrimoniale complessivo.  Secondo le organizzazioni ordinistiche, infatti, lo schema di decreto viene incontro alle principali richieste di semplificazione avanzate dagli Ordini e Collegi professionali, necessarie per consentire una effettiva applicazione delle disposizioni in materia di trasparenza e anticorruzione. Tuttavia, Anac ha annunciato che introdurrà ulteriori precisazioni e semplificazioni degli obblighi di trasparenza, che tengano conto della peculiare natura e dimensione organizzativa di alcune categorie di soggetti pubblici, fra cui rientrano espressamente anche gli Ordini e i Collegi professionali.