Patto governo parti sociali, Confprofessioni pronti a collaborare ma senza pregiudizi

Stella: Le preoccupazioni del Paese sono anche le nostre. Palazzo Chigi valorizzi le professioni “Andremo a vedere le carte: quali sono le proposte concrete che governo, industria e sindacati intendono mettere sul tavolo per rilanciare l’economia”. Così il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, si prepara all’incontro tra governo e parti sociali del 4 agosto per
Stella: Le preoccupazioni del Paese sono anche le nostre. Palazzo Chigi valorizzi le professioni

“Andremo a vedere le carte: quali sono le proposte concrete che governo, industria e sindacati intendono mettere sul tavolo per rilanciare l’economia”. Così il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, si prepara all’incontro tra governo e parti sociali del 4 agosto per confrontarsi sulle iniziative dedicate alla stabilità, alla crescita e alla coesione sociale. “Noi professionisti condividiamo le preoccupazioni manifestate dalle altre parti sociali per la difficile situazione economica del Paese e del contesto economico-finanziario dell’Unione europea. Confprofessioni è pronta a collaborare con il governo e a fornire il suo contributo per favorire una forte e straordinaria reazione che consenta al Paese di esprimere tutte le sue potenzialità competitive” sottolinea Stella “Ma senza pregiudizi”.

“Ci sono problemi che vanno risolti subito e che trovano già un’ampia convergenza tra le parti sociali: la riduzione delle tasse sul lavoro, il taglio dei costi della politica, la sburocratizzazione della pubblica amministrazione, le privatizzazioni, il varo di nuovi strumenti finanziari per ridurre il debito e stimolare la crescita”. “Siamo pronti a discutere anche di liberalizzazioni, ma non possiamo accettare l’ipotesi di smantellare il sistema delle professioni per fare spazio a logiche industriali nelle prestazioni intellettuali” continua Stella. “Il governo adesso deve decidere che cosa vuol fare sul fronte delle professioni: varare una riforma per modernizzare l’intero settore e rilanciare il ruolo di garanzia degli ordini professionali verso i cittadini; oppure azzerare un patrimonio di conoscenze che avrà il solo effetto di impoverire ulteriormente il Paese”.
 

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