Professioni, la riforma entra nel vivo

La proposta Siliquini all’esame della Camera. Vertice a Roma del Gruppo di lavoro di Confprofessioni La “riforma Siliquini” entra nel vivo. Mercoledì 8 e giovedì 9 settembre, la Commissione Giustizia della Camera avvierà l’esame della proposta di legge AC. 503, recante la “Disciplina delle libere professioni”. Parallelamente, si è attivato anche il Gruppo di lavoro
La proposta Siliquini all’esame della Camera. Vertice a Roma del Gruppo di lavoro di Confprofessioni

La “riforma Siliquini” entra nel vivo. Mercoledì 8 e giovedì 9 settembre, la Commissione Giustizia della Camera avvierà l’esame della proposta di legge AC. 503, recante la “Disciplina delle libere professioni”. Parallelamente, si è attivato anche il Gruppo di lavoro sulla riforma delle professioni di Confprofessioni, che venerdì 10 settembre alle ore 14,30, presso la sede di Cadiprof ed Ebipro in via Pasteur n. 65 a Roma, si riunirà per discutere e valutare attentamente la proposta di riforma targata Siliquini.

Come già anticipato, il provvedimento, presentato lo scorso 29 aprile dalla relatrice Maria Grazia Siliquini, riguarderà solo le professioni intellettuali, mentre i disegni di riforma relativi alle attività non regolamentate (C.3), come stabilito nella seduta dello scorso 23 giugno, seguirà un iter separato, autonomo e indipendente. Il testo ha come obiettivo quello di predisporre una legge quadro che disciplini compiutamente la materia e rilanci il ruolo dei professionisti italiani nel sistema economico, nel pieno rispetto degli ordini e dei collegi professionali. Secondo la relatrice Siliquini “Questa proposta di legge sottolinea – quali punti imprescindibili e qualificanti della riforma – l’autonomia, l’indipendenza e la responsabilità individuale dei professionisti: da questi requisiti discendono la trasparenza nei rapporti tra cliente e professionista, la garanzia della qualità e della sicurezza delle prestazioni professionali offerte al pubblico, l’equilibrio economico del mercato professionale”.

Costituita da un corpus di 70 articoli, la proposta ribadisce “inequivocabilmente” una netta distinzione tra l’attività professionale e quella d’impresa, qualifica gli ordini e i collegi professionali come enti pubblici non economici e riconosce la loro autonomia statutaria. “Gli ordini e i collegi professionali sono stati istituiti per garantire il rispetto dei principi dell’attività stessa e per tutelare il cittadino fruitore della prestazione” si legge nella relazione che accompagna la legge quadro. Di fatto, agli ordini vengono confermate “le specifiche funzioni normative che riguardano l’organizzazione interna, la redazione del codice deontologico, l’organizzazione e il controllo della formazione, la selezione e la formazione continua dei professionisti, obbligatoria per il mantenimento dei requisiti minimi per l’esercizio della professione”.

Sul fronte delle tariffe, la proposta Siliquini stabilisce che il compenso del professionista debba essere fissato attraverso un accordo consensuale tra le parti e solo in assenza di tale decisione si applicano tariffe professionali stabilite con il decreto del Ministro della giustizia. Corposa, poi, la nuova disciplina relativa alle società tra professionisti. Il ddl prevede che l’attività professionale possa essere svolta in forma individuale o attraverso società tra professionisti, anche se appartenenti ad ordini diversi, ma sempre tra soggetti iscritti ad albi. Per le attività più strutturate, invece, è stato individuato un modello societario a base capitalistica, fermo restando il principio dell’esclusione del socio di puro capitale. Gli altri articoli della proposta riguardano la pubblicità professionale, le agevolazioni e gli incentivi e l’obbligo per tutti i professionisti di stipulare un’assicurazione per i rischi derivanti dallo svolgimento delle loro attività economiche.
 

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