Secondo gli osservatori dell’Ocse, la recessione globale sta giungendo a conclusione più rapidamente di quanto ritenuto sino a pochi mesi fa e la ripresa potrebbe essere “più precoce”. Questo grazie al miglioramento dello stato di salute del sistema finanziario. Ma anche gli investimenti in capitale umano contribuiranno alla ripresa.
E’ questa la tesi di fondo del nuovo rapporto annuale dell’Ocse, "Education at a Glance", che per la prima volta si è concentrato sul ritorno economico della formazione sia in termini di vantaggio per il singolo (salario) che per la collettività (sviluppo, PIL e rilancio economico).
Una lezione che l’Italia non ha ancora imparato. I paesi Ocse investono mediamente il 6,2% del Pil nella formazione. Il nostro Paese è sotto la media con il 4,9%. La spesa pubblica per l’educazione nell’area Ocse è pari al 13%, in Italia il 10%. Per contro l’Italia è tra i paesi in cui l’università è tra le più care con un costo annuo di 1.100 dollari. Non siamo nemmeno attraenti per gli stranieri: dei 3milioni di studenti che ogni anno decidono di andare a laurearsi all’estero solo l’1,9% sceglie l’Italia dove seguono soprattutto corsi in medicina (20,4%), arte e scienze umanistiche (19,9%) e scienze sociali o giurisprudente (in tutto 31,8%). Tra le cause, la scarsa presenza di corsi in lingua inglese.
Tuttavia, segnali di rallentamento della caduta dell’economia arrivano anche per l’Italia: per il 2009 l’Ocse stima una diminuzione del prodotto interno lordo del 5,2%, a fronte del -5,5% stimato in giugno.
Link al Rapporto Ocse “Education at a Glance”
http://www.oecd.org/document/24/0,3343,en_2649_39263238_43586328_1_1_1_37455,00.html