Riforma del lavoro, piovono le interrogazioni

Presentate alla Camera tre interpellanze per rimettere in pista la rappresentanza dei liberi professionisti Perché i liberi professionisti non sono al tavolo della riforma del lavoro? Lo scorso 19 marzo Manuela Dal Lago, presidente della X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera, ha depositato una interrogazione a risposta scritta al ministro del lavoro,
Presentate alla Camera tre interpellanze per rimettere in pista la rappresentanza dei liberi professionisti

Perché i liberi professionisti non sono al tavolo della riforma del lavoro? Lo scorso 19 marzo Manuela Dal Lago, presidente della X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera, ha depositato una interrogazione a risposta scritta al ministro del lavoro, Elsa Fornero, e al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, per sapere “se i Ministri interrogati non ritengano opportuno, convocare per il seguito dei lavori del tavolo tecnico sul lavoro anche le parti sociali rappresentative del comparto produttivo delle libere professioni e se non ritengano altresì opportuno costruire un confronto e un dialogo strutturato con le suddette parti sociali, al fine di acquisire il contributo tecnico e di rappresentanza delle libere professioni per garantire la partecipazione ai processi di sburocratizzazione, ammodernamento e sviluppo del Paese”.
L’iniziativa di Dal Lago segue a stretto giro di posta un’altra interrogazione presentata da Pino Pisicchio lo scorso 15 marzo, mentre deve essere ancora calendarizzata nel question time quella avanzata da Bruno Cesario. La questione, sollevata dal presidente Gaetano Stella, durante l’audizione in Commissione di Confprofessionì, ruota intorno all’assenza della rappresentanza dei liberi professionisti al tavolo di confronto tra Governo e parti sociali. “Gli ultimi provvedimenti normativi del Governo riferiti anche alle libere professioni scontano l’assenza di un preventivo confronto con le associazioni e confederazioni di rappresentanza delle categorie, fino a delineare in alcune disposizioni una sorta di indifferenza nei confronti dei liberi professionisti e dell’intero mondo professionale” sottolineano a una voce i tre deputati. Che aggiungono: “sul tema del lavoro, le parti sociali maggiormente rappresentative del comparto professionale rappresentate dalla Confprofessioni, firmataria dell’unico CCNL studi professionali (sottoscritto il 29 novembre 2011), non sono state convocate da parte del Governo, al tavolo sul lavoro, in modo del tutto arbitrario ed ingiustificato; il riordino degli ammortizzatori sociali e della Cassa integrazione, le misure per il rilancio dell’occupazione (a cominciare dall’apprendistato) sono materie che investono a pieno titolo anche l’organizzazione e la gestione degli studi professionali”.
 

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