RIFORMA: UN NUOVO ORDINE PROFESSIONALE

I risultati dell’indagine commissionata da Confprofessioni a Ipr Feedback “Dopo decenni di attesa i liberi professionisti sentono vicino il momento della grande riforma. Attenzione, però, perché una buona fetta della base professionale è consapevole che i problemi quotidiani della loro attività professionale non potranno essere risolti da una riforma che appare troppo sbilanciata verso l’ammodernamento
I risultati dell’indagine commissionata da Confprofessioni a Ipr Feedback

“Dopo decenni di attesa i liberi professionisti sentono vicino il momento della grande riforma. Attenzione, però, perché una buona fetta della base professionale è consapevole che i problemi quotidiani della loro attività professionale non potranno essere risolti da una riforma che appare troppo sbilanciata verso l’ammodernamento dei ruoli e delle funzioni degli ordini. Ci auguriamo che il ministro Alfano possa avviare una serie di interventi normativi che sostengano un comparto economico sempre più rilevante per la ricchezza del Paese”. Così il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, presenta il sondaggio commissionato a Ipr Feedback per tastare il polso della base professionale sul tema della riforma, alla vigilia della convocazione dei presidenti degli ordini professionali al ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Il primo dato che emerge dall’indagine è inequivocabile: avanti con il riordino degli ordini e delle professioni, ma anche la reintroduzione delle tariffe minime e l’armonizzazione della concorrenza nel settore sono gli altri punti sensibili che deve affrontare la riforma. “Gli ordini professionali hanno il compito di ridefinire i percorsi e le modalità di accesso alla professione e riconquistare quel ruolo di tutela della fede pubblica che negli ultimi anni si è andato affievolendo”, commenta Gaetano Stella, il presidente di Confprofessioni. “Alla vigilia degli Stati generali degli ordini presso il ministero della Giustizia, abbiamo voluto misurare il sentiment della base professionale rispetto ai temi della riforma e dall’indagine emerge con chiarezza la richiesta di un profondo rinnovamento degli ordini in tutte le aree professionali”. Emerge chiara, quindi, la necessità di avviare un processo di riforma del sistema ordinistico che non può, però, escludere una riforma delle professioni.
Uno dei primi paletti da rimuovere, dicono i professionisti interpellati da Ipr per conto di Confprofessioni, è quello delle tariffe minime, abrogate dalla legge Bersani. “Non mi stupisce che quasi il 70% dei liberi professionisti chieda il ripristino delle tariffe minime: lo stato di crisi in cui versano centinaia di studi professionali in tutta Italia è da ricondurre almeno in parte alle lenzuolate di Bersani che le hanno abrogate” afferma Stella. “Ci auguriamo che il ministro Alfano confermi la sua volontà di reintrodurre le tariffe minime che rappresentano uno strumento di regolamentazione del mercato professionale, per garantire la qualità della prestazione a tutela dei cittadini”.
Altra partita decisiva per la riforma riguarda la concorrenza. “La concorrenza sleale è l’altra spina nel fianco. Complessivamente possiamo affermare che oltre il 60% dei professionisti opera in aperta concorrenza con attività non regolamentate. Pensiamo per esempio ai Caf o ai centri di elaborazione dati nell’area economica. Credo che un progetto di riforma delle professioni non possa più trascurare la questione della sovrapposizione delle attività tipiche attribuite alle categorie ordinistiche. Appare indispensabile da parte dell’istituendo Gruppo di lavoro ministeriale una profonda revisione delle competenze professionali e delle attività da attribuire ai professionisti”.
 

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