Sommerso, ecco la fotografia dell’Istat

I primi risultati del gruppo di lavoro Economia non osservata. E il ministro Sacconi rilancia contro il lavoro nero L’economia sommersa oscilla tra il 16,1% e il 17,8%, con punte che raggiungono il 56,8% nel settore degli alberghi e della ristorazione. È quanto emerge da una elaborazione dell’Istat sui dati relativi all’anno 2005, forniti dal
I primi risultati del gruppo di lavoro Economia non osservata. E il ministro Sacconi rilancia contro il lavoro nero

L’economia sommersa oscilla tra il 16,1% e il 17,8%, con punte che raggiungono il 56,8% nel settore degli alberghi e della ristorazione. È quanto emerge da una elaborazione dell’Istat sui dati relativi all’anno 2005, forniti dal gruppo di lavoro ‘Economia non osservata e flussi finanziari’ guidato dal presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, nell’ambito dei lavori della commissione per la riforma fiscale, cui partecipa Confprofessioni. Altro settore critico è quello dei ‘servizi domestici’ con un 52,9%. Nel complesso l’industria ha una quota di sommerso pari all’11,7%, l’agricoltura, silvicoltura e pesca pari al 31,1% e i servizi pari al 21,7%.
I primi risultati resi noti dal gruppo di lavoro presieduto da Giovannini confermano l’obiettivo del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, di portare a galla l’economia sommersa. “Il gruppo di lavoro sta passando al vaglio i dati delle agenzie fiscali, dell’Inps, dell’Istat e della Banca d’Italia” afferma Ennio Bucci, rappresentante di Confprofessioni presso il gruppo di lavoro Economia non osservata e flussi finanziari. Attraverso l’interazione tra le banche dati delle agenzie fiscali e degli altri organismi pubblici si sta cercando di individuare con precisione le aree di evasione, partendo dai redditi non dichiarati”.
Nel dettaglio per il comparto industria la quota maggiore di sommerso si trova nelle costruzioni con il 28,4%. Seguono ‘tessile, abbigliamento, pelli e calzature’ con il 13,7%, ‘altri prodotti industriali’ con l’11%, ‘alimentari, bevande e tabacco’ con il 10,7%. La quota di sommerso più bassa, invece, si registra nel settore ‘elettricità, gas e acqua’ (1,8%). Nel comparto servizi, il settore ‘alberghi e pubblici esercizi’ e quello dei ‘servizi domestici’ sono i più colpiti dal fenomeno, ma nella graduatoria stilata dall’Istat, l’area ‘istruzione, sanità e altri servizi sociali’ segna un 36,8%, seguita da ‘trasporti e comunicazioni’ con il 33,9%, ‘commercio’ con il 32,1% e ‘servizi alle imprese’ con il 21,5%. In coda troviamo credito e assicurazioni’ con il 6,4% seguito dal settore ‘pubblica amministrazione’ dove il sommerso risulta pari a zero.
Per fronteggiare il fenomeno del sommerso è sceso in campo anche il ministero del Lavoro che ha annunciato l’intenzione di realizzare 80 mila ispezioni per contrastare il lavoro nero. Secondo i dati forniti dal ministro Maurizio Sacconi, nel 2010 sono stati 151.907 i lavoratori totalmente in nero individuati dagli ispettori del ministero del Lavoro, dell’Inps, dell’Inail, dell’Enpals e della Guardia di Finanza.
"I dati indicano un’esplosione delle violazioni più sostanziali riscontrate, che non significa che l’economia e la società sono peggiorate ma che è migliorata la nostra capacità di reprimere quello che c’è adesso e che c’era anche prima” ha sottolineato Sacconi. “E’ il risultato della scelta di dare priorità alle violazioni sostanziali, è allo stesso tempo il frutto dell’attività di intelligence nella selezione degli obiettivi, realizzata incrociando le informazioni degli enti previdenziali, del ministero del Lavoro, dell’Agenzia delle Entrate, e avvalendoci anche delle strutture territoriali dei carabinieri".
 

8860