Statuto dei lavori, Sacconi apre il confronto

Il ministro del lavoro presentata la bozza del ddl alle parti sociali. Verso un avviso comune I tempi per discutere lo Statuto dei lavoratori sono dunque maturi. Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha inviato a Confprofessioni e a tutte le parti sociali la bozza dello Statuto dei lavori, un disegno di legge che andrà
Il ministro del lavoro presentata la bozza del ddl alle parti sociali. Verso un avviso comune

I tempi per discutere lo Statuto dei lavoratori sono dunque maturi. Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha inviato a Confprofessioni e a tutte le parti sociali la bozza dello Statuto dei lavori, un disegno di legge che andrà ad aggiornare lo Statuto dei lavoratori, nato 40 anni fa. Nonostante le incertezze politiche, il ministro accelera sulla strada di una riforma organica in materia di lavoro, coinvolgendo direttamente le parti sociali, che, attraverso un avviso comune da presentare al governo entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge, saranno chiamate a integrare la bozza del ddl per trasformarla in un nuovo testo unico sul lavoro. “Ciò è coerente con il contenuto di una riforma che vuole arricchire la capacità delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro di adattare reciprocamente le ragioni del lavoro e dell’impresa nelle aziende e nei territori” sottolinea Sacconi nella lettera che accompagna la bozza del ddl. Nelle intenzioni del ministero saranno dunque le parti sociali (e Confprofessioni per il comparto degli studi professionali) a definire le linee guida di riforma tesa a disboscare una complesso normativo di almeno mille atti e 15 mila precetti e disposizioni.

La razionalizzare delle leggi sul lavoro è il primo obiettivo dello Statuto dei lavori. La delega punta infatti a semplificare il quadro normativo vigente, attraverso il taglio di almeno il 50% di leggi e provvedimenti. Il secondo step identifica un nucleo di diritti universali e indisponibili applicabili a tutti i rapporti di lavoro dipendente e alle collaborazioni a progetto rese in regime di sostanziale mono-committenza. Laddove non arrivi il nucleo di tutele universali, l’impianto della delega prevede alcune deroghe che, attraverso un rinvio permanente alla contrattazione collettiva, definiscano gli assetti di tutele variabili a livello territoriale, settoriale o aziendale. In questo ambito specifico, si tende a valorizzare il ruolo e le funzioni degli organismi bilaterali attraverso norme promozionali e di sostegno. I contratti collettivi potranno dunque tener conto dell’andamento economico del territorio o del settore di riferimento, dell’avvio di nuove attività o alla realizzazione di significativi investimenti e, più in generale, all’incremento della competitività e all’emersione del lavoro irregolare.

Alla luce delle deleghe contenute nel “collegato al lavoro”, il disegno di legge dispone l’estensione degli ammortizzatori sociali, su base volontaria od obbligatoria e mediante contribuzioni corrispondenti alle prestazioni. Sempre nell’ambito dei riordino delle tutele nel mercato del lavoro e coerentemente con l’accordo tra Governo, Regioni e Parti sociali del 17 febbraio 2010, la bozza contempla interventi per valorizzare i percorsi formativi per competenze, certificabili in funzione dei fabbisogni professionali espressi a livello settoriale e territoriale.
 

8043