Oltre ai dipendenti degli studi professionali, che sono circa un milione, e che restano le prime vittime della crisi, ci sono i professionisti autonomi che lavorano in proprio o sono titolari degli studi. Si tratta di circa 800 mila persone, dice Gaetano Stella al Corriere Economia, presidente della Confprofessioni, l’associazione che rappresenta i liberi professionisti. Qui, spiega, la crisi ha colpito «a macchia di leopardo ». Quelli che stanno peggio sono architetti e ingegneri, con un calo del fatturato del 30%, a causa del mercato im¬mobiliare fermo. Una situazione analoga riguarda i notai: sono crollate le compravendite, le stipule di mutui, le costituzioni di società. Calo del 15% del fatturato per le professioni economiche (commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro) che hanno visto ridursi il lavoro da parte delle aziende. Guadagni in diminuzione anche per i dentisti perché «i pazienti, se non hanno urgenza, rimandano a tempi migliori gli interventi importanti».
Confprofessioni nellâinchiesta di Isidoro Trovato
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