Su tariffe e riforma forense l’affondo dell’Antitrust

La relazione del presidente Giovanni Pitruzzella davanti al Senato. Evitare passi indietro dettati da interessi corporativi “Una piena liberalizzazione delle tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico. L’ipotizzabile abbassamento delle tariffe per tali servizi che deriverà dall’applicazione della norma renderà il sistema economico più competitivo considerato che il corrispettivo per l’acquisto di servizi professionali costituisce
La relazione del presidente Giovanni Pitruzzella davanti al Senato. Evitare passi indietro dettati da interessi corporativi

“Una piena liberalizzazione delle tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico. L’ipotizzabile abbassamento delle tariffe per tali servizi che deriverà dall’applicazione della norma renderà il sistema economico più competitivo considerato che il corrispettivo per l’acquisto di servizi professionali costituisce una delle principali voci di costo delle imprese». Nella sua relazione sull’attività svolta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nell’anno 2011, che si è svolta il 26 giugno al Senato, il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, ha dedicato un ampio capitolo al sistema delle professioni affermando che “Le liberalizzazioni sono un processo. Passi utili sono stati fatti, ma molto altro resta da fare per togliere i tanti tappi che ancora bloccano la nostra economia. Inoltre, bisogna evitare che vi siano passi indietro per effetto del prevalere di interessi corporativi”.
Le considerazioni del garante per la concorrenza hanno passato in rassegna le misure proposte dal Governo Monti e l’impatto della crisi economica sulle politiche della concorrenza, auspicando il rigore nel mantenimento di scelte pro-concorrenziali anche in questa fase, e la conseguente resistenza alle sirene protezionistiche. Nell’ambito di una più generale condivisione delle misure, Pitruzzella ha citato la norma – contenuta nel decreto “cresci-Italia” – sulle tariffe professionali, che ne ha previsto l’abolizione anticipando i tempi della delegificazione in corso d’opera, ma l’affondo è dedicato tutto al progetto di riforma dell’ordinamento forense. “Il dibattito che si è aperto in questi giorni sulla riforma dell’ordine degli avvocati – si legge nella relazione del presidente dell’Antitrust – crea serie preoccupazioni in seno all’Autorità, che auspica da tempo una profonda riforma del sistema ordinistico. Le limitazioni all’apertura dei mercati e al pieno dispiegarsi della concorrenza nel settore dei servizi professionali potranno avvenire esclusivamente nella misura strettamente necessaria alla tutela di altri interessi pubblici e particolarmente per rimediare alle asimmetrie informative tra il professionista e il cliente».
Su tariffe e riforma forense, dunque, Pitruzzella sembra intenzionato a rimanere nel solco tracciato dal suo predecessore, Antonio Catricalà, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Più nello specifico, poi, la relazione affronta, nella parte di merito delle singole questioni, l’intervento dell’Autorità, datato febbraio 2011, su sollecitazione dell’ANBI (Associazione Nazionale dei Biotecnologi), in cui l’associazione lamentava che il possesso della laurea in biotecnologie non risulta, ad oggi, riconosciuto come qualificante ai fini dell’accesso a determinate professioni ordinistiche. L’Autorità ha condiviso l’appello dell’associazione, auspicando una rapida revisione dei criteri di accesso alle professioni in modo da evitare restrizioni ingiustificate.
Sulle tematiche non strettamente inerenti il mondo delle professioni, ma pur sempre di rilievo per le condizioni in cui operano i professionisti in Italia, occorre segnalare due altri passaggi di rilievo della relazione del Presidente: in primo luogo, una decisa presa di posizione in favore della semplificazione amministrativa, correttamente intesa anche come costo economico a danno dell’operatore. “Occorre impedire che, com’è avvenuto finora, la semplificazione amministrativa sia una sorta di “tela di Penelope” – ha detto Pitruzzella davanti al Senato – Con una mano si semplifica, mentre con l’altra si aggiungono nuovi oneri burocratici. Si dovrebbe introdurre un disincentivo forte ed efficace nei confronti di questi comportamenti burocratico-legislativi. Perciò, l’Autorità, a gennaio, ha proposto una norma che – attuando un’indicazione già emersa in sede culturale e parlamentare – preveda il principio della detraibilità per il cittadino e le imprese delle spese sostenute per l’adeguamento a nuove normative che aggiungono nuovi oneri burocratici, con il conseguente obbligo per il legislatore di reperire la necessaria copertura finanziaria”.
Altro passaggio significativo è stato quello sull’abolizione o razionalizzazione delle province: “In Italia si è realizzato un sistema basato sul pluralismo istituzionale esasperato, che crea conflitti paralizzanti. Occorre compiere un’opera di disboscamento riducendo i soggetti e semplificando radicalmente. L’effetto positivo non riguarderebbe solo il contenimento dei costi – come si insiste nel dibattito pubblico – ma anche l’efficienza amministrativa e quindi la competitività del Paese. In quest’ottica vanno particolarmente apprezzate le recenti misure che circoscrivono i compiti delle Province e le proposte tese a ridurne il numero”.

 

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