Tre priorita’ per il Mercato Unico

Confprofessioni al Dipartimento per le politiche comunitarie: Riforma delle qualifiche professionali, sostegno alle Pmi e politiche a favore dei giovani. Le proposte italiane a Bruxelles entro il 28/2 Revisione della direttiva sulle qualifiche professionali; sostegno alle piccole e medie imprese e politiche a favore dei giovani. Sono queste le priorità per il completamento del Mercato
Confprofessioni al Dipartimento per le politiche comunitarie: Riforma delle qualifiche professionali, sostegno alle Pmi e politiche a favore dei giovani. Le proposte italiane a Bruxelles entro il 28/2

Revisione della direttiva sulle qualifiche professionali; sostegno alle piccole e medie imprese e politiche a favore dei giovani. Sono queste le priorità per il completamento del Mercato unico europeo, indicate da Confprofessioni al Dipartimento per le politiche comunitarie durante la riunione di coordinamento tecnico che si è svolta il 10 febbraio a Roma, per rappresentare le esigenze italiane alla Commissione europea sul Single Market Act.
A due giorni dalla conferenza di Bruxelles sul Single Market Act, dove il presidente della Commissione europea, Jose’ Manuel Barroso, e il commissario al Mercato interno, Michel Barnier, hanno delineato le 50 misure che la Commissione intende adottare entro il 2012 per realizzare il completamento del mercato unico, il Dipartimento per le politiche comunitarie si è subito messo in moto. Entro il 28 febbraio verranno presentate al Commissario Barnier le proposte e gli interventi prioritari italiane che andranno a formare il nuovo quadro normativo già nel 2012.
Intorno al tavolo istituzionale, Confprofessioni ha portato avanti le istanze delle categorie professionali. “Nell’ambito del Single Market Act” ha dichiarato Franco Valente, direttore della Fondazione Confprofessioni, che ha partecipato alla riunione “tre sono le istanze prioritarie per i liberi professionisti: una revisione della direttiva del 2005 sulle qualifiche professionali; lo sviluppo di politiche di sostegno per le piccole e medie imprese e una fortissima attenzione alle problematiche, non solo occupazionali, dei giovani”.
La riforma della direttiva sulle qualifiche professionali è uno dei temi cruciali che investe il sistema delle professioni liberali in tutta Europa. La Commissione europea è al lavoro per un aggiornamento della direttiva 36/2005 che ha portato a un primo riconoscimento delle qualifiche professionali. Tuttavia, la mobilità dei professionisti tra i Paesi dell’Unione prevista dalla stessa direttiva stenta a decollare e allo studio della Commissione ci sono una serie di interventi che dovrebbero sbloccare la libera circolazione dei professionisti. “Una grande attenzione è riposta nella carta professionale” sottolinea Valente “una sorta di passaporto europeo professionale che riporti non solo i tioli, ma le effettive competenze dei professionisti”.
Il Single Market Act è un grande mercato che “pensa in piccolo”. Una delle priorità della Commissione europea riguarda senza dubbio il sistema delle piccole e medie imprese. “In Italia, così come nel resto d’Europa, le pmi rappresentano la colonna vertebrale dell’economia” afferma Valente. “La piena integrazione del mercato unico passa inevitabilmente dallo sviluppo di micro realtà economiche, tra cui gli stessi studi professionali, che ogni giorno devono sostenere elevati costi di sistema, alimentati da norme burocratiche obsolete. È indispensabile arrivare in tempi strettissimi a una semplificazione delle regole del mercato, prevedendo anche una maggior uniformità fiscale per le imprese e gli studi europei”.
Il terzo pilastro su cui dovrà poggiare il nuovo mercato comune sono i giovani. “I dati sulla disoccupazione giovanile in Italia sono un campanello d’allarme che ha bisogno di una risposta immediata da parte delle istituzioni comunitarie” sostiene il direttore della Fondazione Confprofessioni. “Occorre allargare il mercato ai giovani, favorirne la mobilità anche dopo l’università, magari attraverso un sostegno economico alla residenzialità o, per rimanere nell’ambito delle professioni, rilanciare il praticantato europeo. Si tratta di una sfida culturale, prima ancora che economica, che coinvolge in prima persona Confprofessioni e il sistema delle professioni”.

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