Un giovane su tre sceglie l’apprendistato

L’analisi di Confprofessioni sui dati della Cassa di assistenza sanitaria integrativa del 2011 Un giovane su tre entra negli studi professionali con un contratto di apprendistato. La maggior parte lavora nelle regioni del Nord (Lombardia, Veneto e Piemonte) e opera prevalentemente nell’area economica e amministrativa (commercialisti e consulenti del lavoro). È questa la fotografica scattata
L’analisi di Confprofessioni sui dati della Cassa di assistenza sanitaria integrativa del 2011

Un giovane su tre entra negli studi professionali con un contratto di apprendistato. La maggior parte lavora nelle regioni del Nord (Lombardia, Veneto e Piemonte) e opera prevalentemente nell’area economica e amministrativa (commercialisti e consulenti del lavoro). È questa la fotografica scattata da Confprofessioni per misurare l’impatto dell’apprendistato nel comparto professionale. L’analisi è stata effettuata sui dati dei nuovi iscritti alla Cassa di assistenza sanitaria integrativa (Cadiprof) riferiti all’anno 2011, prima cioè che entrasse in vigore il nuovo testo unico sull’apprendistato (il dlgs 167/2011, pubblicato sulla G.U. dell’11 ottobre 2011 è entrato a regime dal 25 aprile 2012) e rappresenta, quindi, la base di partenza per misurare gli effetti futuri della nuova tipologia contrattuale, che rappresenta a tutti gli effetti un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Entriamo nel dettaglio. Nel 2011 circa 40 mila dipendenti degli studi professionali si sono iscritti alla Cassa, portando le adesioni totali sulla soglia delle 270 mila unità. Confrontando le tipologie contrattuali dei nuovi iscritti emerge che il contratto a tempo indeterminato, con il 64%, rappresenta la principale porta d’ingresso per accedere agli studi e, comunque, conferma un alto grado di stabilizzazione del lavoro all’interno delle strutture professionali. Seguono, quindi, i contratti a tempo determinato con una quota del 21%, mentre gli apprendisti rappresentano circa il 9% del totale degli iscritti alla Cassa nel corso del 2011. A chiudere i contratti a termine fermi al 5%.
La classifica si ribalta se si prendono in considerazione i giovani under 29 iscritti alla Cassa nel corso dello scorso anno (oltre 11 mila il dato di riferimento). In questo caso, la percentuale degli apprendisti sale al 30%, mentre i contratti a tempo determinato e indeterminato rappresentano rispettivamente il 26,5% e il 25,6% dei giovani iscritti. Sopra il 15% la quota dei contratti a termine.
“Alla luce dei dati 2011 sulla disoccupazione e, più in generale, sul mercato del lavoro, il comparto degli studi professionali dimostra di aver retto l’urto della crisi” dichiara il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. “In uno degli anni più difficili per l’occupazione, gli studi si confermano un importante bacino di sana occupazione. Ma il dato che lascia sperare ancor di più è proprio quello sui giovani e sull’apprendistato, che si preannuncia lo strumento principe per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Soprattutto nel comparto degli studi professionali, che vedono già codificato il nuovo testo unico all’interno del Ccnl sottoscritto lo scorso novembre”.
Un altro dato rilevante riguarda poi la dislocazione geografica e professionale degli apprendisti. La regione con il maggior numero di apprendisti risulta la Lombardia, con oltre 850 giovani impiegati negli studi professionali, segue a ruota il Veneto con 711 e il Piemonte con 411 apprendisti. Le aree professionali che hanno fatto maggior ricorso alla figura degli apprendisti sono quella economica e amministrativa con oltre 1.500 giovani impiegati e quella medico sanitaria e odontoiatrica con quasi mille apprendisti. Ma anche l’area giuridica (avvocati e notai), con oltre 500 giovani, e quella tecnica (architetti e ingegneri), vicino a quota 500, guardano con interesse al contratto di apprendiastato.
 

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