Un nuovo impulso all’occupazione giovanile negli studi

Intesa tra Stato, Regioni e Parti sociali per il rilancio dell’apprendistato Sarà l’apprendistato professionalizzante a dare nuovo impulso all’occupazione giovanile, in un quadro giuridico certo e immediato. Per questo ministero del Lavoro, Regioni e Parti sociali hanno deciso di avviare un tavolo tripartito per definire una mappatura della normativa applicabile regione per regione; delle linee
Intesa tra Stato, Regioni e Parti sociali per il rilancio dell’apprendistato

Sarà l’apprendistato professionalizzante a dare nuovo impulso all’occupazione giovanile, in un quadro giuridico certo e immediato. Per questo ministero del Lavoro, Regioni e Parti sociali hanno deciso di avviare un tavolo tripartito per definire una mappatura della normativa applicabile regione per regione; delle linee guida condivise per la riforma dell’apprendistato professionalizzante; un quadro più razionale ed efficiente dei tirocini formativi. Questi i punti principali dell’intesa tra Governo, Regioni, Province autonome e Parti sociali siglata il 27 ottobre a Roma “per il rilancio dell’apprendistato” e sottoscritta dal delegato Economia e Lavoro di Confprofessioni, Leonardo Pascazio, per il comparto dei liberi professionisti e degli studi professionali.
Nel dettaglio, il protocollo d’intesa prevede una fase di transizione di 12 mesi, il tempo necessario per mettere a punto il processo di revisione normativa e, in particolare, il riparto delle competenze tra Stato, Regioni e Parti sociali. Le sentenze della Corte Costituzionale (n. 50 del 2005 e n. 176 del 2010) infatti hanno delineato un quadro giuridico di riferimento non sufficientemente chiaro e agevole per i lavoratori e i datori di lavoro. In attesa un nuovo quadro normativo, l’operatività dell’apprendistato professionalizzante sarà confermata dal dlgs 276/2003, con particolare riferimento alla funzione surrogatoria dei contratti collettivi nazionali di lavoro e dagli accordi interconfederali nelle Regioni dove l’apprendistato non sia ancora stato regolamentato con le associazioni datoriali e sindacali regionali.
In Italia l’apprendistato rappresenta il principale canale d’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, tuttavia quasi 2 milioni di giovani sono ancora senza lavoro e non sono inseriti in percorsi educativi o formativi, complice anche la crisi economica che nello scorso anno ha determinato una drastica contrazione del numero dei contratti di apprendistato attivati: si è passati dai 645.986 del 2008 ai 567.842 nel 2009, con una riduzione di ben 78.144 unità. “Si tratta di una flessione preoccupante” commenta il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, “che trova riscontro nel vertiginoso incremento dei tassi di disoccupazione giovanile in Italia, che risultano tra i più alti d’Europa. La strada per rilanciare l’occupazione giovanile negli studi professionali passa inevitabilmente dall’apprendistato e da percorsi di alta formazione” continua Stella. “Per facilitare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro sul fronte contrattuale, si sta valutando l’ipotesi di passare da un contratto dei dipendenti a un contratto degli studi professionali per estendere a tutte le figure che vi ruotano intorno, dai collaboratori ai praticanti, le garanzie assistenziali integrative, la sicurezza sul lavoro e la formazione”.
 

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