Un ordine ad hoc per gli odontoiatri

Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma delle professioni sanitarie Il Consiglio dei ministri del 24 settembre ha approvato il disegno di legge delega sulla “sperimentazione clinica e altre disposizioni in materia sanitaria”. Il provvedimento contiene anche la riforma degli ordini delle professioni sanitarie. La norma prevede che gli Ordini e le relative Federazioni
Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma delle professioni sanitarie

Il Consiglio dei ministri del 24 settembre ha approvato il disegno di legge delega sulla “sperimentazione clinica e altre disposizioni in materia sanitaria”. Il provvedimento contiene anche la riforma degli ordini delle professioni sanitarie. La norma prevede che gli Ordini e le relative Federazioni dovranno essere Enti pubblici non economici istituiti al fine di tutelare i cittadini e gli interessi pubblici sottoposti alla vigilanza del Ministero della Salute. Inoltre, viene istituito un Ordine specifico per la professione odontoiatrica, nel rispetto dei diritti acquisiti dagli iscritti agli Albi dei medici chirurghi e degli odontoiatri, fermo restando l’obbligo di iscrizione per l’esercizio specifico della professione. E’ prevista inoltre l’abrogazione delle attuali norme che indicano il diploma di specializzazione in odontoiatria quale requisito necessario per accedere al profilo professionale dirigenziale di odontoiatra e per il conferimento dell’incarico di responsabile di struttura complessa del Servizio sanitario nazionale.
“Da anni gli odontoiatri cercavano una loro completa autonomia in ambito ordinistico, fermo restando che tale autonomia dovesse essere collocata nel contesto di una cornice di riforma delle professioni e degli ordini stessi” afferma Roberto Callioni, membro della giunta esecutiva di Confprofessioni, rappresentante dell’odontoiatria nell’area sanitaria. “Tuttavia, il dibattito in corso ruotava intorno alle modalità su come raggiungerla: attraverso con una completa autonomia dell’attuale albo degli odontoiatri ma sempre nel contesto dell’ordine dei medici oppure attraverso la costituzione di un ordine autonomo, come ha stabilito il nuovo provvedimento. È da vedere se il desiderio degli odontoiatri italiani, in un momento di crisi come l’attuale, sia rispondente alla scelta del governo e del ministero della salute. Chiaramente la delega porta con sé delle conseguenze di varia portata, tra cui la creazione di un ente previdenziale autonomo”.
“C’è grande soddisfazione per l’approvazione del disegno di legge delega” commenta Gianfranco Prada, presidente dell’Andi, l’Associazione nazionale dei dentisti italiani che aderisce a Confprofessioni. “Finalmente, i laureati in odontoiatria potranno diventare dirigenti del Servizio sanitario nazionale accedendo ai concorsi pubblici senza la necessità di un’ulteriore specializzazione. Si tratta di una richiesta che da anni avevamo posto all’attenzione dei politici e del ministero della Salute e ora finalmente è stata accolta. Quanto all’autonomia dell’odontoiatria, nei successivi passaggi parlamentari che porteranno al definitivo assetto ordinistico, Andi sosterrà le posizioni degli odontoiatri italiani per arrivare a una completa autonomia all’interno della Federazione dei medici oppure come ordine specifico”.

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