WELFARE: LA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI PIU’ VICINA

Al convegno Adapt il ministro Sacconi apre al confronto con le parti sociali Non sarà una “riforma con la r maiuscola”, ma un confronto aperto con le parti sociali per razionalizzare gli strumenti già esistenti, che hanno dato prova di reggere bene all’urto della crisi. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, rilancia sulla riforma degli
Al convegno Adapt il ministro Sacconi apre al confronto con le parti sociali

Non sarà una “riforma con la r maiuscola”, ma un confronto aperto con le parti sociali per razionalizzare gli strumenti già esistenti, che hanno dato prova di reggere bene all’urto della crisi. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, rilancia sulla riforma degli ammortizzatori sociali e dopo le elezioni regionali, convocherà le parti sociali per approfondire i punti della riforma. Ad annuncialo, è stato lo stesso Ministro intervenuto al convegno “Gli ammortizzatori oltre la crisi” organizzato da Adapt presso la Biblioteca del Senato, in ricordo di Marco Biagi. “Le parti sociali in dialogo con le istituzioni territoriali e lo Stato possono fornire un valido e necessario supporto affinché il sistema degli ammortizzatori sociali dimostri la sua efficacia.” ha spiegato Sacconi. Il sistema attuale, fondato sulla cassa integrazione, sta funzionando, non è necessaria una riforma globale, ma è auspicabile intraprendere in concerto con le parti sociali una migliore articolazione degli strumenti già esistenti, partendo dalle misure di sostegno al reddito per i lavoratori in mobilità e disoccupazione. “Il nostro sistema di ammortizzatori non è antiquato” ha sottolineato Michele Tiraboschi, direttore del Centro Studi Internazionale e comparati Marco Biagi, “oggi tutto il settore privato è coperto dagli ammortizzatori sociali: la grande e piccola impresa, gli apprendisti e interinali e i temporanei, i cosiddetti una tantum co.co.pro”. Più cauto, invece, sui lavoratori autonomi che solo dal 2009 hanno potuto usufruire degli ammortizzatori in deroga.

È uno dei passaggi più delicati della riforma che il ministro del lavoro vuole condurre in porto, assieme alle Regioni e alle parti sociali. Si tratta di “compiere un percorso di cambiamento che offra maggiori sussidi a tutti i comparti, ma che produca parallelamente una crescita e una certificata competenza nell’ambito della formazione” ha detto Sacconi sottolineando l’importanza degli organi bilaterali, attivi sul territorio e, termometro dell’attività e delle necessità del lavoratore. “La sussidiarietà rappresenta una base necessaria per la collaborazione tra le parti sociali e uno strumento utile per presentare sul tavolo delle trattative un piano di riforma che corrisponda alle esigenze dei diversi settori. La bilateralità potrebbe quindi rappresentare una valida soluzione per tutti quei lavoratori che, non rientrando nella cassa integrazione posso comunque godere di una copertura parziale del reddito.
 

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