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Ddl infortunio e malattia, ANC: “Non può cadere nel dimenticatoio”

Il presidente Marco Cuchel torna sulla necessità di far sì che il ddl riprenda celermente il suo iter in Parlamento

“Il disegno di legge per il differimento delle scadenze per malattia e infortunio del professionista non può assolutamente rischiare di cadere nel dimenticatoio, dopo l’avvenuta approvazione del provvedimento che riconosce il differimento in caso di malattia da Covid-19″. Con queste parole il Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, Marco Cuchel – dopo i mesi trascorsi dalla battuta di arresto subita dal provvedimento complessivo, fermo ad oggi in Commissione Giustizia del Senato per problemi di copertura finanziaria – torna nuovamente sulla necessità di far sì che il ddl riprenda celermente il suo iter in Parlamento per giungere finalmente ad una definitiva approvazione.

“Sul piano della copertura a finanziaria”, spiega Cuchel, “sosteniamo pienamente, ritenendolo di assoluto buon senso, il suggerimento espresso dal senatore Andrea De Bertoldi, primo firmatario della proposta di legge, ossia di destinare al finanziamento del ddl sulla malattia e infortunio le risorse assegnate alla misura dell’esonero contributivo per la parte che rimane inutilizzata”.

Secondo l’ANC, ciò deve avvenire in ragione del fatto che i requisiti previsti per l’accesso a questa agevolazione risultano essere troppo selettivi e si può quindi facilmente ritenere che solo un numero esiguo di professionisti vi potrà accedere. È trascorso infatti un mese dall’avvio della misura per l’esonero contributivo e le istanze presentate agli enti previdenziali dai professionisti sono complessivamente nell’ordine di poche migliaia.

“Si tratta di risorse che sono impegnate per dare sostegno ai professionisti, riteniamo dunque corretto e opportuno”, conclude Cuchel, “che i fondi che restano inutilizzati siano impiegati per concorrere alla copertura finanziaria  di una misura che per i professionisti rappresenta qualcosa di più di un semplice aiuto economico, è il riconoscimento di un diritto costituzionale, il diritto alla salute, così come garantito a tutti gli altri cittadini”.