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Riforma fiscale e nuovo calendario, i commercialisti denunciano le criticità

La nota congiunta diffusa dalle associazioni di categoria

Si è tenuta questa mattina, 19 dicembre, presso l’Hotel Nazionale in Piazza Montecitorio a Roma, la conferenza stampa organizzata dalle associazioni nazionali di categoria dei commercialisti ADC NAZIONALE – ANC – ANDOC – FIDDOC – UNICO sull’attuazione della legge delega fiscale.

Le Associazioni, rappresentate dal Vicepresidente ADC Gianluca Tartaro, dal Presidente ANC Marco Cuchel e dal Vicepresidente ANDOC Fabrizio Salusest, hanno espresso le loro profonde perplessità nei riguardi della riformulazione del calendario fiscale che non tiene in alcuna considerazione il lavoro svolto dai commercialisti e che di fatto si rivela insostenibile. 

La riforma non semplifica gli adempimenti, anzi se da una parte le scadenze legate alle esigenze dell’Amministrazione Finanziaria restano invariate, ulteriori attività gravano invece sul già pesante carico di lavoro in capo ai commercialisti e ai loro studi.

Perplessità altrettanto rilevanti sono state evidenziate dalle Associazioni in relazione all’istituto del concordato preventivo biennale.

Il presupposto fondante di tutta la delega fiscale è la definizione di un nuovo equilibrio nel rapporto Cittadino/Fisco che sia in grado anche di favorire un clima di maggiore fiducia, tuttavia è difficile credere che, così come è stato scritto, questo provvedimento possa giovare alla compliance e quindi all’adesione spontanea agli obblighi fiscali da parte dei contribuenti.

Anche volendo ammettere, solo per un istante, che gli Isa siano effettivamente testimoni dell’affidabilità fiscale dei contribuenti, non è affatto chiaro perché il Governo voglia raggiungere un concordato con coloro i quali giudica contribuenti affidabili. E quel senso di maggiore fiducia fiscale che fine ha fatto? Si otterrebbe qualche risultato solo se l’obiettivo non fosse far emergere l’evasione intercettando i contribuenti poco affidabili, bensì premiare, con uno sconto fiscale, proprio quelli affidabili. Solo in tal caso, infatti, i contribuenti ‘affidabili’ aderirebbero al concordato.

Le Associazioni hanno presentato il loro pacchetto di proposte, tra le principali: l’individuazione di una data fissa per il rilascio da parte dell’Amministrazione Finanziaria degli applicativi, dei modelli, delle circolari e delle istruzioni (il 28/2), e in materia di concordato preventivo un tempo maggiore (40 giorni) per la valutazione della proposta presentata dall’Agenzia delle Entrate, rispetto ai 5 giorni previsti dallo schema di decreto. Un tempo, questo, che è evidentemente inadeguato per la decisione finale da parte del contribuente, anche tenendo conto del fatto che i commercialisti saranno chiamati ad esaminare molteplici proposte e, quindi, l’eventuale analisi di convenienza “dell’offerta” del fisco (e le relative opportune simulazioni sul carico impositivo) richiede tempo e attenta riflessione.

La proposta concordataria, inoltre, certamente non comporta un vero e proprio contraddittorio tra amministrazione fiscale e contribuente, determinando di fatto una sorta di ultimatum.

Sono intervenuti alla conferenza stampa delle Associazioni anche il Vicepresidente di Assosoftware Mario Pedrazzini e il Responsabile Fiscale di Confimi Industria Francesco Zuech, i quali hanno condiviso le preoccupazioni delle Associazioni dei commercialisti nei riguardi del calendario fiscale e di altri aspetti critici della riforma.

I parlamentari intervenuti sono stati l’On. Alberto Luigi Gusmeroli (Lega), il Sen. Antonio Misiani (PD), il Sen. Mario Turco (Movimento 5Stelle) e l’On. Mauro Del Barba (Italia Viva), i quali hanno ritenuto le proposte della categoria pertinenti e meritevoli di ascolto, riconoscendo, di fatto, ai commercialisti la loro competenza sulla materia fisco e la fondatezza e l’utilità delle loro osservazioni.

Le Associazioni, infine, hanno voluto sottolineare come il decreto legislativo che istituisce il Garante nazionale, approvato in fase di esame preliminare il 23 ottobre scorso, tradisca le promesse (come forse un po’ tutta la legge delega) in tema di rafforzamento dello Statuto del Contribuente.

Non ci sarà l’ampliamento dei poteri indispensabile per poter valutare efficacemente su base nazionale (e, come era, anche eventualmente procedere disciplinarmente), la condotta delle Agenzie fiscali nei confronti dei contribuenti. Il nuovo Garante sarà insediato presso la stessa amministrazione su cui dovrebbe vigilare. La disciplina originaria ne assicurava l’indipendenza mediante la nomina da parte del Presidente della Corte di Giustizia Tributaria regionale. D’ora innanzi sarà nominato dallo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze, che peraltro lo ospiterà presso le proprie sedi, dotandolo di strutture e personale sostanzialmente della medesima amministrazione, sulla quale sarà chiamato ad esprimere le sue valutazioni. Insomma, un groviglio di conflitti di interesse laddove occorrerebbero massima indipendenza e trasparenza.