Da Linneo all’editing del genoma: viticoltura futura, le viti che resistono

Il prossimo 11 febbraio il nuovo appuntamento con i Venerdì Culturali della Federazione Italiana Dottori Agronomi e Forestali

Nuovo appuntamento con i Venerdì Culturali della Fidaf, la Federazione Italiana Dottori Agronomi e Forestali. Il prossimo 11 febbraio, dalle ore 17.00 alle 19.00, il prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano presenterà il seminario dal titolo “Da Linneo all’editing del genoma: viticoltura futura, le viti che resistono”, moderato dal prof. Tommaso Maggiore, vicepresidente Fidaf.

La scienza nel corso dei suoi sviluppi temporali ha subito continue revisioni, anche nella sua struttura concettuale, pur rimanendo sempre una storia di problematiche alle quali trovare una soluzione. Spesso le grandi controversie del passato sopravvivono nella contemporaneità, per cui molti dei dibattiti attuali non possono essere completamente compresi se non se ne conosce anche la storia. La scienza ha bisogno di revisioni: le interpretazioni erronee di un ricercatore finiscono spesso per diventare mito, tramandato di generazione in generazione, anche se le sue interpretazioni rispecchiano lo stato delle conoscenze della biologia a lui contemporanea, lo Zeitgeist del periodo in cui opera. Anche la scienza ha i suoi pregiudizi. Ci piace immaginare la scienza libera dalle discriminazioni, imparziale, neutra. In realtà al pari di qualsiasi altra attività umana, non opera mai in un vuoto politico, anzi riflette spesso crudamente il clima che la circonda. Sul tema delle discriminazioni in tutti i campi c’è molto da scrivere e si può uscirne solo se si prendono in esame tutte le posizioni scientifiche su una determinata questione e mettere in evidenza il confine tra ciò che è provato e ciò che non è, resistendo alla lusinga dell’ideologia. Quando si racconta la scienza utilizziamo le imprese degli eroi, non valutiamo le discussioni che accadevano attorno alle scoperte. Quando Linneo definiva i criteri di classificazione dei vegetali c’erano scontri di visione con scienziati che non erano d’accordo e la perdita del contesto riduce di molto il valore della scoperta. Stiamo assistendo alla continua denuncia di VENERDI CULTURALI un razzismo viticolo, così come dei nuovi razzismi nella società: quello contro i neri, le persone obese, i gay, contro chi ha un accento diverso e così via; qualsiasi aspetto dell’esistenza diventa occasione per denunciare una discriminazione. una sorta di ricerca del nemico. Per scardinare il meccanismo retorico che alimenta il sentire comune che le specie americane sono il nemico della viticoltura di qualità, bisogna vivisezionarlo. Non è però possibile, per fare questo, adottar e una logica induttiva o deduttiva ma piuttosto quella abduttiva, attraverso la quale scopriremo che l’ostilità verso le specie americane non è il risultato di risultanze scientifiche che poggiano su prove oggettive, ma dalle deduzioni a ritroso di un epoca nella quale il vino delle viti cosiddette americane testimoniavano la povertà e la fame, quelle dei contadini veneti che coltivavano il Clinton, espressione quindi di un sentimento atavico, che contrastava il potere del pensiero mitico che identificava il vino della vite europea, con il periodo aureo della cultura europea. un falso mito, più che una verità. È necessario avere un approccio filosofico che ci consenta di farci dubitare dell’ontologia e della concezione della realtà tassonomica della vite in cui solitamente confidiamo con lo scopo di decostruire la dicotomia classica delle viti asiatiche e delle viti americane, relativizzando i metodi tradizionali di descrizione e di identificazione, introducendo nuovi parametri di valutazione culturali e molecolari: esiste una sola natura e differenti culture. Bisogna tornare ai principi del naturalismo, movimento culturale che consentii da Galileo a Newton passando da Cartesio, un quadro senza precedenti allo sviluppo del pensiero scientifico, anche se la visione di fondo che lo accompagna ha prodotto una eccessiva semplificazione nella ripartizione degli esseri e delle cose .Questo mette finalmente in crisi la distinzione tra natura e cultura, tra viti selvatiche e vitigni coltivati, tra ager e silva per dirla con i romani, o physis e per dirla con i greci, che non sono così nettamente separabili. Come diceva James Hillman noi non siamo condizionati dal passato, ma dal racconto che ne facciamo.

Per la partecipazione al seminario è necessario iscriversi al seguente LINK: https://attendee.gotowebinar.com/register/7469153332597174797
Al termine dell’iscrizione si riceverà una e-mail di conferma con le informazioni su come partecipare al webinar. Si raccomanda di seguire le istruzioni per la verifica dei requisiti di sistema.Ai partecipanti iscritti agli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali verranno riconosciuti 0,25 crediti formativi professionali.
Per info scrivere a www.ardaf.it [email protected] o [email protected] e/o visitare www.fidaf.it www.agronomiroma.it Con il patrocinio di Confprofessioni