PLP

Incontri e identificazioni

Nuovo appuntamento con la rubrica Spazio Psicologico in collaborazione con l'associazione Psicologi Liberi Professionisti

Antonio Zuliani
psicologo psicoterapeuta
membro del CEN PLP

Quando ci rapportiamo con il mondo esterno siamo portati a leggere quello che accade come una conferma del nostro modo di vedere le cose. Ci uniamo a coloro che la pensano come noi e questo ci aiuta nel tentativo di pensare che la nostra visione delle cose, se non l’unica, sia la migliore possibile.

Ne abbiamo la conferma ogni giorno nei social, che ci spingono a essere “amici” proprio di chi ha una visione analoga alla nostra. D’altra parte perché cercare contraddizioni quando è estremamente più rassicurante non farlo? Il nostro stesso cervello non ama faticare per pensare, non ama essere contradetto!

Riflettendo su questo mi è ritornato alla mente un racconto di fantascienza: Sentry di Fredric Brown (1954).

Vi si narra la vicenda di un soldato, una sentinella, che sta combattendo in una guerra interplanetaria contro una specie aliena. Si tratta dell’unica altra razza intelligente presente nella galassia. Si trova a vivere una situazione difficile. L’ambiente è ostile: la trincea intrisa d’acqua, ha fame e freddo. Inoltre la gravità doppia di quella del suo pianeta rende ogni movimento difficile.

Si sente stanco e solo, così lontano dai suoi affetti. Pensa con invidia a quelli dell’aviazione che a bordo delle loro astronavi fanno una vita ben diversa.

Mentre é immerso in questi pensieri vede avvicinarsi un soldato nemico. Prende il suo fucile e gli spara: che altro può fare?! E poi questo soldato nemico è proprio schifoso “con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante e senza squame…”.

Un racconto straordinario. Mentre la vicenda si dipana, via via ci identifichiamo sempre di più con questo soldato, per poi scoprire, all’improvviso, che si tratta in realtà del nemico. Un extraterrestre che ha appena ucciso un essere umano, uno come noi.

Le identificazioni con gli altri sono lì, facili, oggi anche a portata di click. Brown ci mostra il rischio insito in tutto ciò. La vera identificazione passa attraverso un lavoro di conoscenza lento e faticoso. Se non si trattasse dell’ennesima parola che sta perdendo di significato, direi di empatia.