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Ragioniamo da soli o per sentito dire?

Nuovo appuntamento con la rubrica Spazio Psicologico in collaborazione con l'associazione Psicologi Liberi Professionisti

Rocco Chizzoniti
Psicologo-psicoterapeuta, membro del CEN PLP

 

Ragioniamo da soli o per sentito dire? Andiamo in un ristorante che non conosciamo senza pensarci? Non proprio! Alzi la mano chi prima di farlo non controlla sistematicamente app di recensioni o vari siti con opinioni su esperienze pregresse di altre persone. Probabilmente non l’alzerebbe nessuno.

Una volta c’era il passaparola, oggi abbiamo nuovi e più potenti strumenti. Ma perché lo facciamo e lo continuiamo a fare? Gli psicologi la chiamano “riprova sociale”. Per spiegarla si potrebbe rievocare il classico aneddoto raccontatoci fin da bambini: “se gli altri si buttano a mare lo fai anche tu?”. La risposta sembra scontata sul no, ma in realtà ogni giorno, senza rendercene conto, è sì.

Cerchiamo le opinioni e i comportamenti altrui su ogni cosa, dal cibo alla palestra. Dalla scuola all’automobile, dalle scarpe al supermercato. Quante volte ci siamo affidati ad un professionista sconosciuto perché ci è stato caldamente raccomandato? Il segreto di questo meccanismo è ovviamente la fiducia.

Il segreto della fiducia è l’autenticità. Se un consiglio non è autentico non ispira fiducia. L’onestà diventa così la parola chiave ed il principio fondante di ogni ragionamento che si può fare su qualsiasi cosa e che potrebbe determinare un nostro comportamento.

Ascoltiamo e diamo retta a ciò che ci pare onesto e quindi affidabile. I vari mezzi di recensione, infatti, puntano molto su questo aspetto, cercando di ricreare il vecchio passaparola come se fosse un caro amico a darci un prezioso consiglio.

Come posso però fidarmi di quello che scrive o dice uno sconosciuto? Gli sconosciuti non sono pochi, sono centinaia se non migliaia, qualcosa di vero ci dovrà pur essere, soprattutto se ci si mette la faccia oltre al proprio nome e cognome. Anzi leggiamo spesso anche vari litigi fra persone all’interno di questi sistemi che non fanno altro che conferire una presunta autenticità al tutto.

Certo è che il modo più autentico per conoscere e imparare qualcosa resta sempre l’esperienza diretta, per quanto stimolata da altre persone, perché alla fine anche il “sentito dire” più positivo può nascondere giustamente qualche criticità: ogni esperienza è infatti personale e spesso irripetibile, sta a noi scommetterci sopra.

Alla fine ascoltare gli altri non è altro che una buona strategia per ridurre ogni tipo di rischio e possibilmente annullarlo completamente.