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Se l’amore perde l’oggetto…

Nuovo appuntamento con la rubrica Spazio Psicologico in collaborazione con l’associazione Psicologi Liberi Professionisti

di Elisa Mulone, Psicologa Psicoterapeuta, past President PLP

All’indomani della annuale ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dall’Assemblea generale delle nazioni unite nel 1999 riprendiamo il pensiero di Luce Irigaray, filosofa femminista e psicoanalista, sull’amore “senza oggetto”, rispettoso delle differenze. Nel 1992 la Irigaray scrive il libro “J‘aime a toi”, tradotto nel 1993 in Italia col titolo “Amo a te”. Il concetto che la psicoanalista esprime usando queste parole è quello di eliminare l’idea del possesso, intravedendo nel complemento oggetto contenuto nel “Ti amo” – “Amo te”, il rischio della riduzione dell’altro a oggetto. Il complemento di termine, permetterebbe di far sperimentare la giusta distanza necessaria all’incontro tra due persone. La “a” fungerebbe da argine, capace di difendere il “tu” dalle ingerenze dell’“io”, di mediare tra “me” e “te” e di scongiurare ogni forma di sottomissione.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di sostenere l’irriducibilità dell’altro, la sua non immediatezza, la sua non totale disponibilità, perché non è un nostro bene acquisito, come non lo siamo noi, in qualsiasi relazione.

Come si legge nella quarta di copertina: “Questo libro parla d’amore, amore delle donne per gli uomini e degli uomini per le donne, un amore che le donne di oggi sono invitate a reinventare: non più rivendicazioni di uguaglianza e non più separatezza, dunque, ma l’apertura a un rapporto che elimini ogni sfumatura di possesso. Non più “io ti amo”, “io amo te”, ma “amo a te”, dove la “a” indica il riconoscimento di una differenza, di una irriducibilità e anche l’esitazione piena di rispetto di fronte al mistero dell’altro, un silenzio, una rinuncia a ogni forma di appropriazione: è il modello di una nuova forma di rapporto fra i sessi e di un nuovo modo di amare”.

Pur focalizzandosi sul binarismo uomo-donna, le riflessioni della Irigaray esaltano il valore della diversità e valgono, quindi, per qualsiasi relazione sentimentale amorosa.

Ogni relazione intima amorosa va intesa, sempre, come rapporto paritario, scevro da prevaricazioni, in cui ognuno può essere libero o libera di esprimersi pienamente nel rispetto delle reciproche differenze.

Ricordiamocelo ogni giorno dell’anno, non solo il 25 novembre.