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Stigma e Psicologia nel mondo professionale

Rocco Chizzoniti, Psicologo-psicoterapeuta PLP

Negli ultimi tempi tiene molto banco l’importanza della salute mentale.

Quella del vivere quotidiano, dei piccoli e grandi problemi che cerchiamo di risolvere da soli, a volte riuscendo, alle volte no.

Per questo le Istituzioni stanno adottando sempre più provvedimenti per avvicinare le persone ad un percorso psicologico, così come avviene nel resto del mondo. Si pensi alla recente misura del Bonus Psicologico.

Senza stigma, senza pregiudizi, senza paure.

L’Italia, secondo una ricerca Eurodap, ritiene al 70% che lo Psicologo sia inutile, perché basterebbe un amico ecc.. Eppure l’Italia rappresenta comunque un paese con circa 120.000 psicologi, mentre in tutta Europa ve ne sono circa 300.000.

Perché la popolazione italiana, con una forte presenza di psicologi, non ritiene utile approfittare di un percorso per il proprio benessere psicologico?

Perché ad esempio negli Stati Uniti viene visto come una cosa normale, come andare dal medico o dall’avvocato?

Il belpaese in realtà va anche in questo caso a due velocità: parte dell’Italia ritiene fondamentale questo aspetto, tanto che molte aziende e società includono professionisti psicologi nel proprio organico, in virtù delle migliaia di risultanze positive verificate sul campo.

Un po’ come avviene con l’impiego degli Psicologi nello Sport.

Questa doppia velocità, che non consente una vera e propria unicità d’intenti, genera tuttavia uno stigma: c’è chi si fida e chi no.

Chi pensa che possa essere utile solo in un campo e nell’altro no.

Perché all’interno di una azienda ci possono essere interventi psicologici ma un professionista nel suo privato spesso ha qualche remora nel rivolgersi a chi possa aiutarlo per un qualsiasi problema?

Il problema è anche culturale, di contesto.

Nel piccolo paese si viene a sapere, nella grande città ci si confonde nel mare magnum. Nondimeno ciò non annulla lo stigma, anzi lo reitera.

In che modo è invece possibile aiutarsi senza temere il giudizio altrui? Rompendo gli schemi. Puro e semplice. Ragionando sul fatto che il proprio benessere non può e non deve essere ostaggio di una visione stereotipata che oggi, per fortuna, sta cambiando in meglio, favorendo processi di cambiamento per chiunque, in qualsiasi luogo e contesto.