Addizionale regionale IRPEF, la maggiorazione si applica a tutti

L’incremento dello 0,30% interessa tutti gli scaglioni di reddito per le Regioni sottoposte al Piano di rientro dal deficit sanitario. A precisarlo è una risoluzione del Dipartimento delle Finanze Aumentano per tutti le addizionali regionali all’IRPEF. Anche ai redditi appartenenti al primo scaglione, quelli fino a 15.000 euro, deve essere applicato l’incremento nella misura fissa di
L’incremento dello 0,30% interessa tutti gli scaglioni di reddito per le Regioni sottoposte al Piano di rientro dal deficit sanitario. A precisarlo è una risoluzione del Dipartimento delle Finanze

Aumentano per tutti le addizionali regionali all’IRPEF. Anche ai redditi appartenenti al primo scaglione, quelli fino a 15.000 euro, deve essere applicato l’incremento nella misura fissa di 0,30 punti percentuali dell’addizionale regionale all’IRPEF rispetto al livello delle aliquote vigenti.

 

È questa la sorte che tocca a tutti i contribuenti delle Regioni sottoposte ai Piani di rientro dai deficit sanitari, a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi del medesimo Piano e della conseguente determinazione di un disavanzo sanitario.

 

A precisarlo è la risoluzione n. 5/DF dello scorso 15 giugno del Dipartimento delle Finanze, che ha risolto una questione interpretativa nata dalla lettura di alcune disposizioni dell’art. 6 del dlgs 6 maggio 2011, n. 68, che disciplina questo tributo regionale.

 

A destare perplessità è stato l’apparente conflitto tra i commi 3 e 10 dell’articolo 6. Il comma 10 farebbe supporre che tale incremento debba essere applicato necessariamente a tutti gli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti per l’Irpef, mentre, dal comma 3 si desume che ne debbano essere esclusi i redditi del primo scaglione, ossia quelli fino a 15.000 euro.

 

Ma per il Dipartimento non c’è nessun conflitto tra norme e nel caso in esame non trova applicazione il comma 3, bensì il comma 10, che “allo scopo di salvaguardare l’esigenza di perseguire l’equilibrio economico-finanziario dell’ente attraverso la copertura dei disavanzi di gestione nel settore sanitario”, stabilisce che: “restano fermi gli automatismi fiscali previsti dalla vigente legislazione nel settore sanitario nei casi di squilibrio economico, nonché le disposizioni in materia di applicazione di incrementi delle aliquote fiscali per le regioni sottoposte ai piani di rientro dai deficit sanitari”. Dunque, all’incremento dello 0,30% non scappa nessuno.