DIRETTIVA SERVIZI, AL VIA UNA CONSULTAZIONE SULLA PROCEDURA DI NOTIFICA

La consultazione, che resterà aperta fino al 19 aprile 2016, mira a risolvere le diverse criticità riscontrate dalla Commissione tra gli Stati membri Nell’ambito della Strategia per il mercato unico dei beni e dei servizi, il 26 gennaio scorso, la Commissione europea ha avviato una consultazione in merito alla direttiva 2006/123/CE, meglio nota come direttiva
La consultazione, che resterà aperta fino al 19 aprile 2016, mira a risolvere le diverse criticità riscontrate dalla Commissione tra gli Stati membri

Nell’ambito della Strategia per il mercato unico dei beni e dei servizi, il 26 gennaio scorso, la Commissione europea ha avviato una consultazione in merito alla direttiva 2006/123/CE, meglio nota come direttiva servizi. Obiettivo della consultazione, che resterà aperta fino al 19 aprile 2016, migliorare l’efficacia della direttiva stessa attraverso la riforma della procedura di notifica.

 

La Commissione ha infatti riscontrato le seguenti criticità da parte degli Stati membri nell’attuazione di tale procedura di notifica: oltre la metà degli Stati non trasmette le notifiche dei regolamenti, i soggetti interessati difficilmente accedono alle notifiche, manca una valutazione approfondita della proporzionalità e non risulta chiaro quali misure siano oggetto di notifica né quali possano essere le conseguenze della mancata notifica.

 

La direttiva 2006/123/CE mira a rimuovere gli ostacoli agli scambi di servizi nell’Unione europea semplificando le procedure amministrative per i prestatori di servizi, il miglioramento dei diritti dei consumatori e delle imprese che ricevono i servizi e la promozione della cooperazione tra i paesi dell’UE. L’ambito di applicazione della direttiva copre un’ampia gamma di servizi, tra cui il commercio al dettaglio e all’ingrosso di beni, le attività delle professioni maggiormente regolamentate, quali i consulenti legali e fiscali, gli architetti e gli ingegneri, i servizi di costruzione immobiliare, i servizi legati alle imprese, come la manutenzione degli uffici, la consulenza manageriale e l’organizzazione di eventi e il turismo e i servizi ricreativi.

 

È previsto, inoltre, che le disposizioni nazionali che limitano il diritto di stabilimento e la libertà di prestazione di servizi contemplati dalla direttiva siano non discriminatorie, proporzionate e giustificate da obiettivi di pubblico interesse. Per fare in modo che tutte le nuove misure normative imposte dagli Stati membri risultino in linea con tali disposizioni, la direttiva ha introdotto una procedura in base alla quale gli Stati membri devono informare la Commissione in caso introducano nuove misure in materia di servizi o modifichino quelle esistenti, in modo da poter valutare se tali misure siano giustificate e proporzionate. Se stabilisce che un requisito introdotto e notificato è sproporzionato, la Commissione può imporre allo Stato membro di adeguare la misura notificata o avviare un’azione giuridica per violazione del diritto dell’Unione nei suoi confronti.

 

Maggiori informazioni.