DIRETTIVA SUL CONGEDO DI MATERNITA’, BLOCCATA AL CONSIGLIO DA QUATTRO ANNI

PE favorevole alla ripresa dei negoziati. CE e Consiglio: ritiro della proposta e nuova partenza Il 20 maggio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul congedo di maternità, con cui chiede al Consiglio di riprendere i negoziati e alla Commissione di non ritirare la proposta. La direttiva in questione è bloccata da quattro anni
PE favorevole alla ripresa dei negoziati. CE e Consiglio: ritiro della proposta e nuova partenza

Il 20 maggio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul congedo di maternità, con cui chiede al Consiglio di riprendere i negoziati e alla Commissione di non ritirare la proposta. La direttiva in questione è bloccata da quattro anni al Consiglio dei ministri dell’Unione europea, che ad oggi non ha ancora presentato la propria posizione ufficiale. La direttiva sul congedo di maternità si prefigge di modernizzare la normativa in materia, ora disciplinata dalla direttiva del 1992, estendendo il congedo di maternità da quattordici a venti settimane pienamente retribuite e introducendo un congedo di paternità di dieci giorni lavorativi, anch’esso pienamente retribuito.

La risoluzione è stata approvata con 419 voti favorevoli, mentre i voti negativi sono stati 97 e le astensioni 161. Gli eurodeputati invitano la Commissione a svolgere una funzione conciliatrice tra le due parti ma, in caso si procedesse al ritiro come suggerito in linea con il programma REFIT, chiedono la presentazione di una nuova proposta legislativa entro la fine dell’anno. Nella discussione precedente al voto, la relatrice ha denunciato pubblicamente la paralisi del Consiglio sull’argomento. Tra le argomentazioni a favore della direttiva, il contributo ai due obiettivi europei di aumentare la percentuale di popolazione che lavora e di diminuire il numero delle persone a rischio di povertà. Questo rischio, infatti, colpisce maggiormente le donne, che spesso devono scegliere tra la maternità e la carriera e sono vittime, tra l’altro, del divario retributivo e pensionistico. Inoltre, si sostiene che potrebbe essere una risposta a fenomeni quali il declino del tasso di natalità e l’invecchiamento demografico. Ci sono però delle voci critiche tra gli eurodeputati, che ritengono che la proposta violi il principio di sussidiarietà e che la discussione sulla durata del congedo debba avere luogo nei parlamenti nazionali. Altri, invece, sostengono il ritiro della proposta attuale per applicare un approccio diverso, che tratti di congedo parentale piuttosto che solo di maternità.

Il Consiglio, dal canto suo, rivendica il suo impegno per la promozione del benessere delle madri ma, riconoscendo come le aspettative del Parlamento siano lontane dalle proprie, auspica una nuova partenza. La Commissione, ugualmente, preferisce sostituire la proposta di quattro anni fa con una più attuale, incisiva e ambiziosa, che oltre al principio di uguaglianza sostenga anche argomentazioni di tipo economico.

 

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