Donne, Ue: Preoccupa l’in-work poverty

Secondo la Commissione, la pandemia ha ampliato il divario di genere. In arrivo una nuova proposta per il raggiungimento della parità di retribuzione.

Come promesso all’inizio del suo mandato, la Commissione Von der Leyen ha accelerato il lavoro della Strategia per la parità di genere 2020-2025, tramite la presentazione imminente di una nuova proposta che prevederà misure vincolanti per il raggiungimento della trasparenza salariale, che andrà a rafforzare il principio di parità di retribuzione tra uomini e donne.

La pandemia ha colpito le donne in modo sproporzionato, aumentando il divario di genere su più fronti e rendendo indispensabili ulteriori sforzi da parte dell’Unione europea. A preoccupare restano i tassi della povertà attiva (in-work poverty), i quali evidenziano un tasso di povertà delle donne significativamente più elevato rispetto agli uomini riflettendo di fatto gli svantaggi che le donne riscontrano affiancandosi al mercato del lavoro. Attuare misure volte a ridurre gli indici dell’in-work poverty significa aprire un dialogo tra le parti sociali e il mondo del lavoro, permettendo di sviluppare strategie olistiche a livello europeo e nazionale volte all’eradicazione di svariate problematiche, a partire dal salario minimo.

I fondi del Recovery Plan varato dalla Commissione richiederanno un’attenta pianificazione della loro spesa, possibilmente guardando a riforme sociali di lungo termine mirate, a sostegno della chiusura dei gender gap.

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