Francia, no alla statalizzazione delle professioni

L’associazione interprofessionale francese, Unapl, ha presentato un reclamo formale alla Commissione europea per contestare la legge Macron. “Violate le norme europee” Dopo le proteste e le mobilitazioni in Francia, la riforma delle professioni francesi diventa un caso europeo. L’associazione interprofessionale francese, Unapl, ha presentato un reclamo formale alla Commissione europea per contestare la legge Macron, presentata
L’associazione interprofessionale francese, Unapl, ha presentato un reclamo formale alla Commissione europea per contestare la legge Macron. “Violate le norme europee”

Dopo le proteste e le mobilitazioni in Francia, la riforma delle professioni francesi diventa un caso europeo. L’associazione interprofessionale francese, Unapl, ha presentato un reclamo formale alla Commissione europea per contestare la legge Macron, presentata lo scorso dicembre dal Governo Valls e discussa al Parlamento francese il 26 gennaio, che mira a rimuovere gli ostacoli alla crescita liberalizzando le libere professioni regolamentate, in particolare quelle giuridiche e sanitarie. Secondo l’Unapl, il progetto di legge Macron  minaccia lo sviluppo generale del mercato interno dei servizi. Nel mirino dell’associazione interprofessionale francese sono finite le norme che trasferiscono determinati poteri e attività degli ordini professionali allo Stato centrale o ad altre autorità o agenzie pubbliche, generando una distorsione del mercato per le professioni coinvolte e una grave delegittimazione dell’esercizio della libera professione, nonché la mercificazione del diritto.

La deregolamentazione riguarda, ad esempio, l’apertura alla concorrenza dell’attività di alcuni professionisti del diritto, tra cui notai ed esattori giudiziari, e la modifica delle tariffe per gli atti “della vita quotidiana e della maggioranza delle transazioni immobiliari”.  L’Unapl contesta poi la violazione della legislazione europea e la mancata notifica alla Commissione del progetto di riforma, necessaria dato l’impatto sul mercato interno dei servizi e le possibili barriere alla libera circolazione dei lavoratori (ad esempio con una serie di nuove autorizzazioni governative). Nel reclamo formale, ora all’esame di Jürgen Tiedje, capo dell’unità servizi ai consumatori della DG Crescita della Commissione europea, si evidenziano contrasti con la direttiva qualifiche professionali e con la direttiva servizi, con l’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea (salvaguardia e sviluppo del patrimonio culturale europeo), con l’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (regole sulla concorrenza nel mercato interno).