GLI SVILUPPI DEL MERCATO DEL LAVORO EUROPEO

Pubblicato il report della Commissione europea. Le tre fasi delle riforme dal 2008 ad oggi. Il 17 luglio la Commissione europea ha pubblicato la relazione sugli sviluppi del mercato del lavoro europeo, in cui ha evidenziato come nonostante la ripresa dell’occupazione si stia rafforzando, il numero di disoccupati in Europa nel primo quarto del 2015 arriva
Pubblicato il report della Commissione europea. Le tre fasi delle riforme dal 2008 ad oggi.

Il 17 luglio la Commissione europea ha pubblicato la relazione sugli sviluppi del mercato del lavoro europeo, in cui ha evidenziato come nonostante la ripresa dell’occupazione si stia rafforzando, il numero di disoccupati in Europa nel primo quarto del 2015 arriva a 23,6 milioni e il tasso dei disoccupati di lungo periodo è in aumento. Ciononostante, I dati presentati dimostrano una significativa creazione di lavoro nel 2014, testimoniata da un aumento dell’1% dell’occupazione.

Per quanto riguarda l’Italia, la relazione nota che il periodo di crisi è legato a una maggior disoccupazione di lungo termine per i lavoratori più anziani, diversamente da altri paesi in cui sono stati più colpiti i giovani. Proprio per le elevate difficoltà di reimpiego dei lavoratori più anziani, c’è una maggiore possibilità che la disoccupazione diventi strutturale. Tuttavia la situazione resta critica anche per i giovani, infatti l’Italia è l’unico paese con un alto tasso di disoccupazione giovanile in cui la situazione ha continuato a peggiorare per gran parte del 2014. La Commissione afferma in seguito che sono necessari maggiori investimenti e in questo senso, risulta utile l’attuazione del Piano di investimenti per l’Europa di 315 miliardi di euro.

Il report evidenzia un’accelerazione delle riforme all’indomani della crisi del 2008, che si può ricondurre a tre fasi: nella prima, immediatamente successiva alla crisi, l’azione politica si è concentrata sugli effetti a breve termine sul reddito e sull’occupazione; nella seconda, le misure erano tese a rendere i mercati del lavoro più capaci di adeguarsi; nella terza, iniziata nel 2013 e ancora in corso, l’impegno è teso ad affrontare l’impatto sociale della crisi, tramite politiche attive del lavoro, reti di sicurezza sociale, riduzione del cuneo fiscale.

Per quanto riguarda l’Italia, per il secondo periodo la relazione segnala degli interventi sulla normativa a tutela dell’occupazione volti da una parte a ridurre il divario tra la rigorosa protezione legata ai contratti indeterminati e quella dei contratti temporanei e dall’altro a semplificare le condizioni e i requisiti dei licenziamenti collettivi. Per la terza fase, la relazione cita l’introduzione di nuovi programmi di sussidio all’occupazione, la riduzione strutturale dei contributi sociali e la Legge di stabilità 2015, un accordo per l’ampliamento dell’ambito della contrattazione decentrata e, infine, il Jobs Act del dicembre 2014.

 

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