Parte a gennaio Erasmus+. Lo scorso 16 gennaio la commissaria europea per l’Istruzione, Androulla Vassiliou, ha illustrato il nuovo programma di finanziamento per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, che avrà una dotazione di 14,7 miliardi, il 40% in più rispetto al programma precedente.
Erasmus+ contribuirà alla lotta alla disoccupazione giovanile, attraverso obiettivi specifici quali la riduzione del gap di competenze che si riscontra attualmente nei Paesi europei; il miglioramento delle prospettive lavorative dei giovani, nonché della qualità del sistema educativo e formativo europeo.
Quattro milioni di persone, quasi il doppio rispetto a oggi, otterranno così un supporto da parte dell’Unione per studiare, svolgere tirocini, attività di volontariato o per acquistare esperienza lavorativa all’estero. Ma non saranno solo singoli individui a beneficiare di Erasmus+, ottenendo nuove opportunità di studio o lavoro, bensì anche istituti educativi di vario tipo e livello. Organizzazioni giovanili e imprese, infatti, riceveranno fondi per creare delle “partnership strategiche”, tese allo sviluppo degli scambi e dei legami con il mondo lavoro, e oltre 300 “alleanze della conoscenza” e “alleanze delle competenze settoriali”, per stimolare l’impiegabilità, l’innovazione e l’imprenditorialità.
In un momento economico e sociale come quello attuale, sottolineano a Bruxelles, si tratta una scelta lungimirante, poiché investire nell’educazione significa investire nel futuro.