MARTIN SCHULZ RIELETTO PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Enunciata la “lista dei compiti” per i nuovi eletti Durante la sessione plenaria del primo luglio si è svolta l’elezione del presidente del Parlamento europeo: alle 10:45 si è aperto il voto e gli europarlamentari hanno scritto il nome del candidato prescelto sulla scheda. La seduta è ripresa poco dopo mezzogiorno e l’onorevole Pittella, nella
Enunciata la “lista dei compiti” per i nuovi eletti

Durante la sessione plenaria del primo luglio si è svolta l’elezione del presidente del Parlamento europeo: alle 10:45 si è aperto il voto e gli europarlamentari hanno scritto il nome del candidato prescelto sulla scheda.

La seduta è ripresa poco dopo mezzogiorno e l’onorevole Pittella, nella sua funzione di vice presidente vicario, ha comunicato i risultati. Un Martin Schulz accerchiato dai fotografi è stato nuovamente nominato presidente: si tratta della prima volta nella storia che si assiste a una rielezione. Schulz, godendo non solo del supporto dei Socialisti ma anche dei Popolari, ha ottenuto la maggioranza assoluta, 409 voti per un totale di 723 votanti (751 il numero dei parlamentari). Nettamente inferiori i risultati degli altri candidati: 51 voti per Pablo Iglesias Turrion (gruppo GUE, partito spagnolo Podemos), 101 per Sajjad Karim (gruppo ECR, Partito conservatore inglese), 51 per Ulrike Ludacek (gruppo Verdi/ALE, partito austriaco dei Verdi).

Schulz, riprendendo il suo posto a capo dell’aula plenaria, ha tenuto un discorso inaugurale, ringraziando gli altri candidati e quanti lo avevano votato e impegnandosi a lavorare per guadagnare la fiducia di quanti invece non l’avevano scelto. Ha inoltre preannunciato una legislatura in cui permangono enormi sfide da affrontare, prima tra tutte la disoccupazione dei giovani e la loro conseguente mancanza di prospettive. Tra le altre priorità indicate, a cui consacrare il lavoro dei prossimi anni, compaiono il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, la carta dei diritti digitale, la giustizia, l’immigrazione, la politica energetica.  Ma Schulz non ha dimenticato le sfide al di là delle frontiere europee, in Siria, Iraq e Ucraina, e ha auspicato un aumento dei fondi per la politica di sviluppo.