Sicurezza sul lavoro sotto la lente dell’Agenzia europea

Pubblicati i dati della seconda indagine europea sui rischi nuovi ed emergenti. Tra i fattori di rischio più frequenti, la gestione di clienti, studenti o pazienti difficili (58 %), seguita da posizioni stancanti (56 %) e movimenti ripetitivi (52%) Sono stati resi noti i dati della seconda indagine sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER-2) condotta
Pubblicati i dati della seconda indagine europea sui rischi nuovi ed emergenti. Tra i fattori di rischio più frequenti, la gestione di clienti, studenti o pazienti difficili (58 %), seguita da posizioni stancanti (56 %) e movimenti ripetitivi (52%)

Sono stati resi noti i dati della seconda indagine sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER-2) condotta dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA). L’agenzia ha intervistato i referenti per la salute e sicurezza nelle imprese, in particolare sui rischi psicosociali, ossia lo stress legato al lavoro, la violenza e le molestie.

 

Nel 2014, su un totale di 49.320 imprese, afferenti a tutti i settori di attività e con almeno cinque dipendenti, è stato intervistato un campione proveniente da 36 paesi, 28 della Unione europea più Albania, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Islanda, Montenegro, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia.

 

La direttiva quadro sulla sicurezza e salute sul lavoro (89/391/ CEE) e le direttive derivate offrono il quadro giuridico che consente ai lavoratori in Europa di godere di elevati livelli di salute e sicurezza sul posto di lavoro. L’attuazione di queste disposizioni varia a seconda dei paesi e la loro applicazione pratica differisce in base al settore di attività, alla categoria di lavoratori e alle dimensioni dell’impresa.

 

In linea con l’obiettivo dell’indagine e grazie al supporto dei governi e delle parti sociali europei, l’ESENER-2 identifica quali competenze e supporti sono necessari a livello di luoghi di lavoro in Europa, oltre ad individuare i fattori che incentivano e ostacolano gli interventi.

 

ESENER esplora nel dettaglio quattro ambiti di sicurezza e salute sul lavoro (SSL): l’orientamento generale dell’azienda circa la gestione della SSL, come viene trattata l’area emergente dei rischi psicosociali, i principali incentivi ed ostacoli alla gestione della SSL, come viene implementata in pratica la partecipazione dei lavoratori nella gestione della SSL.

 

I risultati dell’ESENER-2 rispecchiano la continua crescita del settore dei servizi. Tra i fattori di rischio identificati più di frequente si evidenzia la gestione di clienti, studenti o pazienti difficili (58 % delle imprese nell’UE a 28), seguita da posizioni stancanti o dolorose (56 %) e movimenti ripetitivi della mano o del braccio (52 %).

 

I fattori di rischio psicosociale sono percepiti come più difficili di altri; quasi un’impresa su cinque che riferisce di avere a che fare con clienti difficili o di essere soggetta alla pressione del tempo indica anche di non avere le informazioni o gli strumenti adeguati per far fronte a tali rischi in modo efficace.

 

ESENER-2 indica che il 76 % delle imprese nell’UE a 28 effettua regolarmente valutazioni dei rischi. E la maggioranza delle imprese oggetto dell’indagine ritiene che tali valutazioni siano strumenti efficaci per gestire la salute e sicurezza (90 %).

 

Quasi tre quarti delle imprese oggetto dell’indagine nell’UE a 28 (73 %) riferiscono di offrire una formazione ai propri team leader e responsabili di linea su come gestire la SSL tra il personale; la percentuale aumenta con l’aumentare delle dimensioni dell’impresa ed è più frequente nelle imprese del settore delle costruzioni, gestione dei rifiuti, distribuzione di acqua ed energia elettrica (82 %) e nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (81 %). Per paese, la formazione è offerta più di frequente in Repubblica ceca (94 %), Italia (90 %), Slovacchia e Slovenia (84 %), rispetto a Islanda (38 %), Lussemburgo (43 %) e Francia (46 %).

 

L’uso di servizi di salute e sicurezza indica che i medici del lavoro (68 %), i medici di medicina generale (63 %) e gli esperti nella prevenzione degli infortuni (52 %) sono tra i più frequentemente utilizzati. Concentrandosi sui rischi psicosociali, solo il 16 % delle imprese nell’UE a 28 riferisce di impiegare psicologi.

 

Infine, per quanto concerne le forme di rappresentanza dei dipendenti, la figura del rappresentante di salute e sicurezza è stata quella maggiormente segnalata: 58 % delle imprese nell’UE a 28, con la percentuale che aumenta nelle imprese che operano nei settori dell’istruzione, della sanità e dell’assistenza sociale (67 %), nella produzione manifatturiera (64 %) e nella pubblica amministrazione (59 %). Come previsto, questi risultati sono largamente basati sulla dimensione dell’impresa.