Stop alla finanziarizzazione delle professioni

Si allarga la protesta dei professionisti in tutta Europa. Ceplis, Unapl e Confprofessioni contro le riforme che abbassano la qualità dei servizi professionali Si allarga in tutta Europa la protesta dei liberi professionisti contro la «trasformazione finanziaria delle libere professioni». Il Consiglio europeo delle professioni liberali (Ceplis) ha infatti deciso di rilanciare su scala europea
Si allarga la protesta dei professionisti in tutta Europa. Ceplis, Unapl e Confprofessioni contro le riforme che abbassano la qualità dei servizi professionali

Si allarga in tutta Europa la protesta dei liberi professionisti contro la «trasformazione finanziaria delle libere professioni». Il Consiglio europeo delle professioni liberali (Ceplis) ha infatti deciso di rilanciare su scala europea la battaglia della associazione francese Unapl (l’Union nationale des professions libérales) contro la legge Macron e quella di Confprofessioni in Italia, denunciano i rischi che le due riforme professionali di Roma e Parigi (ddl Concorrenza e loi Macron) costituiscono per i professionisti e i consumatori. Secondo i rappresentanti delle associazioni, queste riforme comporteranno «alti costi economici, umani e sociali».

Nelle scorse settimane, l’Union nationale des professions libérales aveva denunciato “l’effetto-domino” che il progetto di legge francese stava avendo in tutta Europa – contestato per l’apertura alla concorrenza delle professioni giuridiche come i notai e per l’attribuzione al governo del potere di stabilire tariffe fisse e la possibilità di decidere sull’apertura dell’attività di alcuni professionisti del diritto – la protesta, alla quale si è unita anche l’italiana Confprofessioni, è stata adottata sul piano europeo dal Ceplis.

“I governi nazionali devono pensarci due volte”, ha detto Theodoros Koutroubas, direttore generale Ceplis (nella foto), che giudica “triste che Paesi come Francia e Italia abbiamo preso provvedimenti contrari agli interessi dei professionisti, misure che danno tra l’altro ai consumatori servizi di minor qualità”. Secondo Koutroubas, si tratta di “politiche a basso costo che abbassano le qualità dei servizi solo per abbattere i costi. La deregolamentazione di queste professioni comporterà conseguenze pratiche anche per la società”.

Nei giorni scorsi il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, aveva criticato duramente il disegno di legge sulla concorrenza varato dal Governo lo scorso 20 febbraio: «Non vedo alcun vantaggio per i cittadini, ma solo la volontà di trasferire un’ampia fetta del mercato dei servizi professionali ai grandi gruppi industriali e alle banche. Con la scusa di attaccare presunte rendite di posizione, si vuole far credere ai cittadini che non avranno più vincoli e potranno muoversi liberamente sull’asfittico mercato dei servizi professionali, ma il prezzo da pagare sarà altissimo perché cadranno tutte quelle garanzie di imparzialità e terzietà che in tutta Europa contraddistinguono la prestazione professionale».

Secondo Michael Chassang, presidente Unapl, bisogna prevenire “il rischio di deriva anglosassone delle nostre professioni, la fagocitazione delle libere professioni da parte delle grandi strutture magari multinazionali”.