Van Rumpuy: investire nel capitale umano

Si è svolta il 28 aprile la Conferenza europea sulle condizioni lavorative in Europa. Su ristrutturazioni aziendali e tirocini serve maggiore uniformità tra gli stati dell’Unione In tempi di crisi, come quello che sta attraversando tutta l’Europa, le imprese devono investire. Investire nel capitale economico, umano e sociale. L’input a un nuovo comportamento delle aziende
Si è svolta il 28 aprile la Conferenza europea sulle condizioni lavorative in Europa. Su ristrutturazioni aziendali e tirocini serve maggiore uniformità tra gli stati dell’Unione

In tempi di crisi, come quello che sta attraversando tutta l’Europa, le imprese devono investire. Investire nel capitale economico, umano e sociale. L’input a un nuovo comportamento delle aziende è partito dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rumpuy che, lo scorso 28 aprile a Bruxelles, ha aperto i lavori della Conferenza sulle condizioni di lavoro all’interno dell’Unione europea, ha visto la partecipazione e l’intervento dei rappresentanti dei datori di lavoro e delle parti sociali degli stati membri, tra cui Confprofessioni.

Durante la conferenza è stata sottolineata l’importanza di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, garantendo una maggiore qualità dell’impiego, in quanto stimolo alla produttività aziendale e conseguentemente alla crescita. Obiettivo del Quadro di qualità europeo per l’anticipazione del cambiamento e della ristrutturazione (QFR, la guida alla ristrutturazione aziendale per imprese e lavoratori), è la creazione di un sistema di ristrutturazione aziendale controllato, in cui essenziale per la riduzione dell’impatto sociale è il coinvolgimento delle parti interessate. Sebbene accolto con favore dagli stati, l’assenza di una normativa comune, vincolante e obbligatoria, ne ha impedito completamente l’applicazione. Occorrerebbe quindi procedere con l’istituzione di un quadro comune per superare la forte frammentazione legislativa dei paesi europei.

Differente da stato a stato è anche la situazione in materia di tirocini. Adottato il 10 marzo, il Quadro di qualità per il miglioramento dei tirocini affronta ancora importanti difficoltà nella sua applicazione. Gli stati membri presentano normative differenti per quanto concerne la remunerazione, la qualità e le competenze delle autorità nazionali; in stati come Italia, Spagna e Inghilterra, i tirocini diventano nuovi strumenti di discriminazione giovanile, poiché utilizzati in sostituzione dei contratti di lavoro. Servirebbe quindi, esattamente come per il QFR, un quadro normativo comune che possa uniformare le legislazioni nazionali per  garantire che i tirocini siano un mezzo di apprendimento e di facilitazione all’accesso al mercato del lavoro, così come auspicato dalla Commissione nell’accordo del 10 marzo.

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