Apprendistato, la crisi si fa sentire

La fotografia scattata dal ministero del Lavoro e Isfol nel XI Rapporto di monitoraggio La crisi economica scoppiata nel 2008 ha colpito anche l’apprendistato. Secondo i dati dell’Inps, infatti, nel 2009 si è registrata una flessione dell’8,4% del numero di apprendisti rispetto all’anno precedente, che ha ridotto il popolo degli apprendisti a circa 600 mila
La fotografia scattata dal ministero del Lavoro e Isfol nel XI Rapporto di monitoraggio

La crisi economica scoppiata nel 2008 ha colpito anche l’apprendistato. Secondo i dati dell’Inps, infatti, nel 2009 si è registrata una flessione dell’8,4% del numero di apprendisti rispetto all’anno precedente, che ha ridotto il popolo degli apprendisti a circa 600 mila unità in tutta Italia. È questa la fotografia scattata dall’XI Rapporto di monitoraggio sull’apprendistato che il Ministero del Lavoro, in collaborazione con l’Isfol, ha pubblicato il 14 marzo scorso. Si interrompe quindi un trend di crescita che nell’ultimo decennio ha visto aumentare progressivamente il ricorso a questa tipologia contrattuale. Tornando ai dati, la contrazione del numero di occupati in apprendistato ha interessato tutte le macro-aree del Paese, tuttavia il Nord-Ovest si consacra ancora una volta come l’area con il maggior appeal per i giovani apprendisti. Questi ultimi costituiscono, infatti, il 17,1% dei lavoratori fra i 15 e i 29 anni e un terzo di loro si colloca ormai nella fascia d’età più adulta dai 25 anni in su. Su questo punto, l’analisi del ministero del Lavoro sottolinea come il progressivo “invecchiamento” della popolazione degli apprendisti sia determinato dall’aumento delle assunzioni di giovani in possesso di un titolo di studi più alto. Nell’ultimo triennio, i laureati-apprendisti sono infatti passati dall’1,1% al 5,5. Di contro, poco meno di 18 mila adolescenti tra i 15 e i 17 risultano essere assunti come apprendisti, il 23% in meno rispetto al 2007. L’attuazione delle norme che disciplinano l’apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione rappresenta, infatti, ancora un elemento di criticità che le Regioni, stanno cercando di risolvere attraverso intese con i ministeri del Lavoro e dell’Istruzione. Sempre in tema di formazione, il monitoraggio rileva che, nel corso del 2008, 170 mila giovani (pari al 26,3% degli apprendisti occupati) sono stati coinvolti in attività formative programmate dalle Regioni e dalle Province Autonome. Tuttavia, anche in questo caso, si conferma il divario esistente tra regioni settentrionali e meridionali. I percorsi di formazione sono infatti seguiti, al Nord, dal 40% degli apprendisti, mentre al Sud soltanto dal 10%. Le regioni che raggiungono il rapporto fra apprendisti occupati e formati più alto a livello nazionale sono il Friuli Venezia Giulia (91,7%) e la provincia di Trento (63,4%). I tagli alla formazione e la stretta imposta dal ministero dell’Economia alle spese per la formazione degli apprendisti vengono in qualche misura integrati dal budget delle Regioni e delle Province autonome che, nel 2009, hanno speso complessivamente oltre 104 milioni di euro per attività di formazione legate all’apprendistato, facendo registrare un incremento negli investimenti del 17,8% sull’anno precedente. Il Rapporto, infine, fa il punto sullo stato di avanzamento delle singole Regioni e Province Autonome sulla regolamentazione dell’apprendistato professionalizzante e dell’ “alto” apprendistato. Le regioni che hanno varato una legge in materia d’intesa con le parti sociali e ora stanno definendo gli atti di regolamentazione sono la Lombardia, Veneto, Liguria, Abruzzo, Campania e Basilicata.

Leggi il XI Rapporto di monitoraggio sull’apprendistato

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