Coesione economica e sociale, l’Ue guarda al 2020

Il ministero del Lavoro apre la consultazione pubblica alle parti sociali Venerdì 12 novembre si è aperta la consultazione pubblica, che mira a raccogliere – entro il 31 gennaio 2011 – idee e contributi per adeguare la politica di coesione dell’Unione a nuove sfide e migliorarne l’attuazione per massimizzare la sua efficacia in futuro. Lo
Il ministero del Lavoro apre la consultazione pubblica alle parti sociali

Venerdì 12 novembre si è aperta la consultazione pubblica, che mira a raccogliere – entro il 31 gennaio 2011 – idee e contributi per adeguare la politica di coesione dell’Unione a nuove sfide e migliorarne l’attuazione per massimizzare la sua efficacia in futuro. Lo ha annunciato il Ministero del Lavoro che sta elaborando una bozza di risposta sulla quale saranno tempestivamente coinvolte anche le Regioni e le Parti sociali.

Il 10 novembre scorso l’Unione europea ha infatti pubblicato la “Quinta relazione della Commissione sulla coesione economica e territoriale” arrivando alle seguenti conclusioni: le disparità tra le regioni dell’UE si stanno riducendo: le differenze in termini di PIL pro capite sono notevolmente diminuite; le regioni più sviluppate sono più competitive, ad esempio perché: sono più innovative, offrono una formazione migliore, hanno tassi di occupazione elevati, dispongono di infrastrutture migliori; il senso di benessere e la soddisfazione per la propria vita sono fortemente correlati al reddito familiare nelle regioni meno sviluppate dell’UE, ma non in quelle più avanzate. Sul fronte della sostenibilità ambientale alcune regioni rischiano di risentire fortemente dei cambiamenti climatici, in altre vi è un elevato potenziale di produzione di una maggior quantità di energia rinnovabile. Nel centro di molte città la qualità dell’aria lascia a desiderare e in alcuni paesi dell’Europa orientale le capacità di trattamento delle acque reflue è insufficiente. Occorre dunque coordinare meglio la politica di sviluppo regionale e le altre politiche europee e nazionali, tenendo la barra dritta sulla Strategia Europa 2020. In questo senso, sottolinea la relazione, le regioni e la politica di sviluppo regionale possono dare un contributo significativo alla coesione, ma occorre trovare un giusto equilibrio tra i diversi tipi di investimenti. Inoltre, si deve tener conto della notevole diversità delle regioni europee (in termini di caratteristiche, opportunità e bisogni) e bisogna riconoscere un ruolo importante a regioni, città e amministrazioni locali.

Il rapporto sottolinea come la politica di coesione dell’Unione ha contribuito alla crescita ed alla prosperità dell’Ue, oltre che a promuovere lo sviluppo equilibrato dei paesi che ne fanno parte. Visti i cambiamenti di rilievo intervenuti negli ultimi anni in campo economico e sociale, tale politica deve cionondimeno far fronte a problematiche nuove. Collocandosi nel più ampio contesto della revisione del bilancio dell’Unione la relazione dà risalto al fatto che futuri investimenti effettuati nell’ambito della politica di coesione devono risultare rigorosamente allineati agli obiettivi di Europa 2020. Essa propone altresì d’irrigidire le condizioni cui tali investimenti sottostanno e d’introdurre incentivi, nell’intento di garantire che i fondi destinati alla politica di coesione vengano impiegati in modo efficiente e più orientato ai risultati. Il quinto Forum europeo sulla coesione, che si svolgerà a Bruxelles il 31 gennaio e il 1° febbraio 2011, fornirà un’altra occasione per discutere gli indirizzi e le alternative esposti nella relazione. La Commissione presenterà proposte legislative formali sul futuro della politica di coesione entro l’estate del 2011, dopo che saranno state adottate le proposte sul nuovo bilancio dell’Unione.

La relazione completa è disponibile all’indirizzo internet: http://ec.europa.eu/regional_policy/cohesion_report

 

 

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