Coronavirus, smart working fino al 15 marzo in sei Regioni

L’art. 2 del Dpcm 25 febbraio 2020 prevede la modalità del lavoro agile per Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria. In allegato il Testo Sì all’estensione dello smart working in sei Regioni per aiutare imprese e professionisti a gestire le difficoltà organizzative dovute all’emergenza sanitaria da Coronavirus. A stabilirlo è il Dpcm 25
L’art. 2 del Dpcm 25 febbraio 2020 prevede la modalità del lavoro agile per Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria. In allegato il Testo

Sì all’estensione dello smart working in sei Regioni per aiutare imprese e professionisti a gestire le difficoltà organizzative dovute all’emergenza sanitaria da Coronavirus. A stabilirlo è il Dpcm 25 febbraio 2020, predisposto a seguito dell’incontro tra il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, e i rappresentanti delle categorie, che ha visto l’intervento anche di Confprofessioni.

L’art. 2 del Decreto prevede infatti che fino al 15 marzo 2020 potranno ricorrere alla modalità del lavoro agile i datori di lavoro con sede legale o operativa nelle Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria, e i lavoratori ivi residenti o domiciliati che svolgano attività lavorativa fuori da tali territori.

“Gli obblighi di informativa previsti dalla legge sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’INAIL”, comunica il Ministero del Lavoro.