Previdenza e lavoro autonomo, Confprofessioni: Incentivare le aggregazioni professionali e il welfare integrativo

Confprofessioni davanti alla Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale: “Occorre rendere più attrattiva la libera professione tra i giovani ed evitare il fenomeno dell’abbandono”

“Il trend demografico negativo, gli squilibri reddituali geografici e di genere, la crescente domanda di lavoro dipendente altamente qualificato e gli onerosi investimenti in tecnologia e formazione incidono negativamente sull’attrattività e l’accesso alle professioni”. È quanto ha dichiarato oggi Confprofessioni davanti alla Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, nell’ambito dell’ “Indagine conoscitiva sull’equilibrio e i risultati delle gestioni del settore previdenziale allargato, con particolare riguardo alla transizione demografica, all’evoluzione del mondo delle professioni, e alle tendenze del welfare integrativo”.

Secondo i dati dell’ultimo Rapporto sulle libere professioni, curato dall’Osservatorio di Confprofessioni, nel 2022 sono stai 53 mila i lavoratori a partita Iva ad aver abbandonato la professione e dopo dieci anni di crescita continua, interrotta solo dalla pandemia, si è fermata la corsa dei liberi professionisti segnando una flessione del 3,7% rispetto al 2021. In particolare, risulta in costante calo la propensione a scegliere la libera professione da parte dei giovani. Secondo i dati, l’incidenza dei liberi professionisti sui laureati di secondo livello, a cinque anni dalla laurea, è infatti scesa dal 22,2% del 2018 al 18% del 2022, pari a 2.151 unità in meno”. Non solo, da un’indagine condotta dalla Cadiprof, la Cassa di assistenza sanitaria degli studi professionali, sull’abbandono nel settore degli istituti professionali, è emerso che il 30% delle donne che hanno avuto una maternità negli ultimi anni ha lasciato il mondo del lavoro.

Secondo Confprofessioni, rendere più attrattiva la libera professione tra i giovani ed evitare il fenomeno dell’abbandono, anche nella prospettiva del raggiungimento dell’equilibrio delle gestioni previdenziali, è dunque prioritario ed occorre agire in due direzioni: aggregazioni professionali e welfare integrativo.

Attraverso le strutture multidisciplinari “è possibile rispondere efficacemente alla domanda di una pluralità di prestazioni specialistiche coordinate tra loro”, ha spiegato la Confederazione, “ma per favorire e incentivare l’aggregazione tra professionisti in strutture più ampie, quindi più competitive, soprattutto tra i giovani e al Sud, è fondamentale l’applicazione della neutralità fiscale delle operazioni di costituzione delle Società tra Professionisti (STP) o tra avvocati (STA)”. Positivo inoltre il giudizio sulla revisione della disciplina relativa alla doppia tassazione delle Casse private.

Per Confprofessioni, l’altra leva è invece rappresentata dal welfare integrativo, sostegni per le spese sanitarie del nucleo familiare, tutela reddituale in caso di crisi dell’attività economica, previdenza complementare, istruzione, formazione professionale accompagnamento nelle transizioni della vita lavorativa. La Confederazione ha sottolineato “la presenza di lacune nel comparto libero professionale, che possono essere sopperite solo attraverso un’ambiziosa cooperazione sussidiaria tra settore pubblico e privato, facendo leva sul ruolo delle organizzazioni di rappresentanza dei professionisti e sostenendo la crescita dei fondi integrativi sanitari”. “La disparità di trattamento tra lavoratori dipendenti e autonomi – ha infine aggiunto – risulta del tutto incoerente con un settore nel quale il professionista ormai condivide con i propri dipendenti le medesime esigenze di tutela”.

TESTO AUDIZIONE