Dichiarazione dei redditi, precompilata o bluff?

di Luigi Carunchio area economia e lavoro Confprofessioni     La dichiarazione dei redditi precompilata, ormai in rampa di lancio, allo stato attuale deve essere classificata per quello che è davvero: una grande operazione di facciata politica, cui corrisponde nella sostanza davvero ben poco. Se non si decide di razionalizzare un sistema ormai sfuggito al
di Luigi Carunchio

area economia e lavoro Confprofessioni

 

 

La dichiarazione dei redditi precompilata, ormai in rampa di lancio, allo stato attuale deve essere classificata per quello che è davvero: una grande operazione di facciata politica, cui corrisponde nella sostanza davvero ben poco. Se non si decide di razionalizzare un sistema ormai sfuggito al controllo quale quello della tassazione delle persone fisiche, il solo obiettivo plausibile è di giungere all’invio di modelli di massima e confidare nella sana rassegnazione del contribuente, il quale piuttosto che cercare di massimizzare i propri benefici fiscali, decide di adeguarsi a quanto illustrato nel modello ricevuto. Altrimenti la stragrande maggioranza dei modelli precompilati non sarà confermata. Non solo, nella confusione attuale del sistema tributario, sarà difficile trovare contribuenti in grado di gestire in via autonoma la dichiarazione dei redditi.

Ma il paradosso più clamoroso chiama in causa Caf e professionisti. Se il contribuente non modifica la dichiarazione precompilata, non accade nulla, salvo il caso di un controllo della dichiarazione; se invece la dichiarazione viene modificata, colui che presta assistenza, ossia il CAF o il professionista, diviene responsabile anche per le imposte pagate. Semplicemente assurdo, si corregge un dato per allinearlo a quanto richiesto nelle istruzioni e si corre il rischio della responsabilità sulle imposte. Non è la sede per rimarcare l’anticostituzionalità di fondo di attribuire la responsabilità per le imposte altrui in capo a coloro che prestano l’assistenza fiscale. Ma è senza dubbio anomalo (ancorché purtroppo normale in Italia), che una corretta variazione esponga ad un rischio enorme, mentre l’accettazione errata (o meglio, infedele) della dichiarazione non comporti alcuna conseguenza.

Il problema si pone per tutti gli oneri deducibili e detraibili. Ad esempio, può farsi riferimento alle spese mediche, onere oltremodo diffuso, alle spese funebri a quelle di istruzione, o alle spese per gli studenti fuori sede, dove addirittura è necessario sapere se la sede universitaria dista almeno 100 km dalla città di residenza, essendo utile al riguardo qualsiasi via (aerea, ferroviaria, stradale, marittima) di comunicazione. Per non parlare dell’autentico ginepraio rappresentato dalle spese di ristrutturazione edilizia e di risparmio energetico, dove la burocrazia ha raggiunto l’apice con la fossilizzazione della modalità di pagamento mediante bonifico e la relativa effettuazione della ritenuta ad opera dell’istituto di credito, adempimento che se non effettuato può comportare la perdita del beneficio all’ignaro contribuente, che non deve assolutamente “fallire” il bonifico bancario, dovendo altrimenti ripetere la procedura.

Come può pensarsi che tutto questo possa essere risolto e gestito in autonomia, senza transitare per una forte semplificazione del sistema tributario previsto al riguardo, è davvero un mistero. Soltanto chi, in piena rassegnazione, deciderà di attenersi alle informazioni di base e alle sue conoscenze potrà realmente avvalersi del beneficio del modello precompilato. Per tutti gli altri, anche per coloro che vorranno semplicemente massimizzare la detrazione fiscale dei figli la necessità di ricorrere all’assistenza fiscale resterà immutata. Ed allora viene da chiedersi: è un precompilato o un bluff?