La solitudine nello smartphone

Il 95% degli adolescenti utilizza il telefonino e accede a Internet in totale autonomia. E un’alta percentuale di bambini già nei primi sei mesi di vita viene esposta a uno schermo. La diffusione esponenziale del digitale tra i minori, però, può provocare gravi disturbi per la salute e influisce negativamente sulle relazioni causando conflitti e negatività. I pericoli della Rete, il cyberbullismo e gli errori dei genitori

di Giovanni Cerimoniale – da Il Libero Professionista Reloaded #17

 

I ragazzi di oggi, la cosiddetta Generazione Z, sono nati e vivono in un “Mondo Digitale”, non hanno esperienze diverse e si trovano perfettamente a loro agio in questo mondo. Nel rapporto Istat del 2019 viene riportato che l’85,8% degli adolescenti italiani di età compresa tra 11 e 17 anni utilizza regolarmente lo smartphone e oltre il 72% vi accede a Internet. Dopo l’inizio della pandemia Covid-19, il Rapporto Censis 2021 ha rivelato che l’utilizzo del cellulare da parte degli adolescenti ha raggiunto ormai il 95%. Molti ragazzi, più del 50% in una recente ricerca effettuata in Nord Italia, tengono il cellulare acceso 24 ore su 24. L’uso dei dispositivi viene permesso sempre più precocemente. E ancora, in uno studio promosso da Fondazione Carolina nel 2022 sul rapporto con il digitale all’interno delle famiglie con figli di età compresa tra 0 e 15 anni è emerso che il 26% dei genitori permette che i propri figli utilizzino i device in autonomia tra 0 e 2 anni, percentuale che sale al 62% per la fascia 3-5 anni, all’82% a nella fascia 6-10 anni e al 95% tra gli 11 e i 15 anni.

 

I rischi per la salute

Una precoce esposizione agli schermi, fin dalle primissime epoche della vita, ha ripercussioni negative sulla salute dei bambini sia sul piano fisico che su quello neuroe­volutivo. Uno studio giapponese del 2022, che ha coinvolto un totale di 84.030 diadi madre-bambino, ha dimostrato una relazione diretta tra il tempo di esposizione agli schermi nel primo anno di vita e la comparsa di disturbi dello spettro autistico all’età di tre anni. Questo dato, messo in relazione con il drammatico aumento di tali disturbi, ci deve indurre ad una attenta riflessione. Sappiamo quanto siano fondamentali, fin dalla nascita, le interazioni dirette dei bambini con i genitori al fine di garantire un sano sviluppo a livello cognitivo, emotivo e relazionale ma anche in Italia ci sono motivi di preoccupazione. L’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità: “Sistema di Sorveglianza 0-2 anni sui principali determinanti di salute del bambino”, ha rilevato un’alta percentuale di bambini che già nei primi 6 mesi di vita vengono esposti a uno schermo. Negli adolescenti poi è stata segnalata un’elevata prevalenza, fino al 25%, di utilizzo problematico dello smartphone, tra cui tolleranza, ritiro (disforia quando la batteria si scarica), abbandono di altre attività, perdita soggettiva di controllo e uso continuato nonostante l’evidenza di danno. Sono stati descritti alcuni fattori di rischio che influenzano l’uso del cellulare nella popolazione pediatrica e in particolare l’uso problematico dello smartphone, con alcuni studi che riportano l’influenza dell’uso dello smartphone da parte dei genitori sui bambini. Lo smartphone è diventato strumento di isolamento e solitudine. Utilizzare il cellulare o gli schermi in generale, soprattutto in contesti di condivisione dei rapporti interpersonali (ad es. pranzare con la propria famiglia), influisce negativamente sulle relazioni causando conflitti e negatività. A tutto ciò si devono aggiungere i danni fisici come i disturbi visivi e del sonno dovuti alla continua esposizione agli schermi, il sovrappeso e l’obesità, i problemi dell’apparato muscolo-scheletrico, causati dalla sedentarietà e dalle posture viziate.

 

L’uso di internet e dei social media

La ricerca di­mostra che molti ragazzi (più del 50% in una recente indagine effettuata in Nord Italia), tengono il cellulare acceso 24 ore su 24. Lo studio Net Children Go Mobile, progettato dalla Commissione europea per valutare le modalità di utilizzo di Internet da parte di un campione di ragazzi di età compresa tra 9 e 16 anni, ha messo in evidenza che più del 60% di essi ha un profilo su un social network, (nel 32% dei casi comple­tamente pubblico) e che il 6% di essi si è sentito turbato da qualche esperienza online.

 

I pericoli del web: la pedofilia e le sfide

I dati dell’os­servatorio internazionale di “Telefono Arcobaleno” del 2011 sono estremamente allarmanti, segnalano 71.861 siti pedopornografici in 36 Paesi, il 40% dei bambini vittime di pedofilia online hanno un’età inferio­re ai 5 anni e il 5% dei pedofili su internet è italiano. Lo Studio James del 2020, condotto dalla Zhaw, documenta che quasi la metà dei giovani (44%) è già stata contattata online da una persona estranea con mire sessuali. La molestia sessuale è dunque molto diffusa e interessa le ragazze in percentuale qua­si doppia rispetto ai ragazzi. In Svizzera, il fenome­no interessa il 43% dei ragazzi tra i 14 e i 15 anni, mentre tale percentuale arriva addirittura al 54% per i ragazzi tra i 16 e i 17 anni. L’uso dei social nasconde molti altri pericoli come l’inci­tazione all’autolesionismo che può portare all’estrema conseguenza della perdita della vita. Si tratta delle sfide in rete, alcune innocue, simpatiche e divertenti, altre però molto pericolose. Lo scopo è quello di di­ventare leader della rete ed avere un numero più alto di followers. Il copione è sempre lo stesso e prevede di filmare la sfida per poi condividerla sui social per il bisogno di essere visti, ammirati considerati e in qual­che modo amati. Spesso sono sostenuti dalla illusoria convinzione di sapersi fermare prima di farsi male, ma purtroppo non è sempre così.

 

Che cos’è il cyberbullismo

Un altro fenomeno molto diffuso, soprattutto nelle scuo­le, e che vede come protagonisti principalmente gli adolescenti, è il bullismo. Una pratica odiosa e vigliac­ca che vittimizza i più fragili. I bambini più deboli ma­gari anche affetti da qualche disturbo fisico o mentale sono i più colpiti. Ma alle volte sono sistemi utilizzati dai leader del gruppo per affermare la propria supre­mazia. Tutto questo viene enormemente amplificato dai social e diventa un vero mezzo di tortura con gra­vissime conseguenze sulle vittime. È il cyberbullismo: “un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, istant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo e quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi”. Un’altra recente indagine condotta in Italia dai pediatri di famiglia rileva la presenza, nella fascia di età compresa tra i 10 e i 14 anni di una percentuale di cyberbullismo del 2,35%. Questo dato vuol dire che in Italia ciascun pediatra di famiglia, nei pazienti che assiste in questa fascia di età, conta circa 5-6 bambini vittime di cyberbullismo. A tale riguardo, per arginare questo fenomeno lo Stato italiano nel 2017 ha emanato una apposita legge.

 

Gli errori dei genitori

Sempre dalla ricerca promossa da “Fondazione Carolina” è emerso che una famiglia su quattro nella fascia 0-2 anni e una su cinque, in quella 3-5 anni, si affida all’intelligenza artificiale per far addormentare i propri figli, con ninne nanna prodotte dagli assistenti vocali e che il 72% delle madri continua a usare lo smartphone mentre allatta. È emersa anche una scarsa conoscenza dei problemi derivanti dall’uso improprio dei cellulari: dai sintomi della dipendenza, ai principali pericoli in termini di salute psicofisica, come sexting (condivisione di contenuti a carattere sessuale) e grooming (adescamento di minori online). Al tempo stesso si è manifestato un disagio, una richiesta di aiuto da parte dei genitori ai pediatri di famiglia per la difficoltà nella gestione del rapporto dei figli con il digitale: il 70% con bambini da 0 a 2 anni e l’87% della fascia da 11 a 15 anni. Sono quindi proprio i genitori ad utilizzare in modo improprio e non consapevole i dispositivi. Di conseguenza si pongono come mo­dello educativo “sbagliato” non riuscendo a darsi e a porre regole di utilizzo ai propri figli. Intervenire sugli adulti è quindi di estrema rilevanza affinché i bambini siano controllati nell’uso degli strumenti elettronici. È una necessità imprescindibile, una conditio sine qua non. Bisogna agire fin dalle primissime epoche del­la vita, i cosiddetti primi 1.000 giorni, con un’azione di prevenzione rivolta soprattutto alle madri. È impor­tante far comprendere che queste abitudini comporta­mentali innescano meccanismi di memoria ancestrale che produce dopamina e può causare dipendenza.

 

Il ruolo del pediatra di famiglia

È fondamentale che i pediatri di famiglia, grazie al loro rapporto continuativo e fiduciario con i genitori, affrontino questi problemi es­sendo i genitori i mediatori principali del rapporto dei più piccoli con le tecnologie digitali. Il Servizio sanitario nazionale, con gli Accordi collettivi, mette a disposizione dei pediatri uno strumento importante: i “Bilanci di salute”, visite filtro programmate in varie età del bambino, per consentire una valutazione completa del suo stato di salute e la rilevazione di fattori di rischio per lo sviluppo di patologie. I Bilanci di salute dovranno però essere perfezionati con l’introduzione di item che siano costantemente aggiornati ed aderenti ai nuovi bisogni. Contestualmente sarà necessario intervenire con strumenti di tipo informativo e formativo per consentire una corretta gestione delle problematiche che emergeranno.

 

I risultati dell’indagine di Fondazione Carolina

«La diffusione esponenziale del digitale ha avuto anche in Italia un grande impatto sociale comportando profondi cambiamenti culturali, in particolare nei bambini che spesso chiamiamo “Nativi Digitali”.  Nella relazione del pediatra con la famiglia è oggi indispensabile una valutazione del rapporto dei bambini con il digitale ed i rischi che si corrono con un uso incontrollato dei dispositivi, quale nuovo determinante di salute. I nuovi item sul digitale da inserire nei prossimi bilanci di salute potranno essere di grande aiuto». Questo è l’incipit della Guida realizzata dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e che verrà distribuita a tutti i pediatri al Congresso Nazionale Scientifico che si terrà a Taormina nel prossimo ottobre.

Il quadro epidemiologico delle malattie si modifica con­tinuamente e con esso i problemi sociali correlati alla crescita dell’uso del digitale. Questo ha avuto un importante impatto sulla salute provocando profondi cambiamenti nella vita delle famiglie. È un aspetto di grande attualità per il qua­le non c’è una sufficiente consapevolezza nell’opinio­ne pubblica. Si tratta di una deriva che condiziona la vita delle persone, ostacola il benessere e causa il cosiddetto “stress sociale”. La Fimp, federazione che rappresenta in Italia oltre 5000 pediatri di famiglia, è da sempre molto attenta ai cambiamenti dei bisogni di salute della popolazione infantile e delle famiglie. Per questo motivo grazie alla propria organizzazione scientifica di pediatri esperti ha elaborato un testo specifico utile nell’attività quotidiana per rispondere alle domande che sempre più spesso genitori e anche adolescenti rivolgono sul tema del digitale che viene affrontato a 360 gradi intervenendo sulle problematiche che scaturiscono da un suo uso incontrollato.

Lo scopo della guida può essere così riassunto: evitare che si lascino i bambini da soli in un luogo sconosciuto e pericoloso senza i consigli per la loro sicurezza. Come spesso purtroppo accade. Fin dai primi anni di vita i bambini passano ore in luoghi digitali ma non virtuali, nei quali sono esposti a pericoli spesso ignoti agli adulti. Come aiutarli e proteggerli? Il primo passo è conoscere il mondo online, le sue immense opportunità, ma anche i suoi rischi e quindi stabilire regole chiare, così come si farebbe normalmente per tutti i luoghi, a tutela della loro sicurezza e crescita equilibrata.

I principi sui quali si basa la guida

  • prima dei 3 anni il bambino ha bisogno di costruire i suoi riferimenti spaziali e temporali, pertanto bisogna cercare il più possibile di evitare l’uso degli schermi;
  • da 3 a 6 anni il bambino ha bisogno di scoprire tutte le sue possibilità sensoriali e manuali, pertanto va incoraggiato il gioco tra pari evitando smartphone o tablet personali;
  • da 6 a 9 anni il bambino ha bisogno di scoprire le regole del gioco sociale, pertanto non consentire l’uso di internet;
  • da 9 a 12 anni il bambino inizia a rendersi autonomo dai riferimenti familiari, pertanto evitare la partecipazione ai social network.

Cosa deve fare in pratica il Pediatra: principali messaggi per i genitori

  • Stimolare la consapevolezza che l’online non è virtuale ma assolutamente reale e che le conoscenze online vanno sempre verificate.
  • Porre domande al proprio figlio (ad es. “Cosa hai visto oggi di interessante su…?”, “Quali sono le ultime novità che ti hanno colpito?”) e a prendere sul serio la sua “vita digitale” in modo da instaurare con lui un clima di confidenza e alleanza.
  • Ricordare che i genitori, oltre a stabilire le regole per un utilizzo corretto e rispettoso dei device, sono i primi a dover dare il buon esempio.
  • Spiegare che, una volta postato online qualsiasi contenuto (ad es. foto, video, post o commento) rimane pressoché per sempre e che un’azione può dare luogo a conseguenze imprevedibili.
  • Maturare la consapevolezza che la dipendenza dallo schermo è spesso il sintomo e non la causa di un malessere.