Nasce la via italiana al sistema duale

Nel prossimo biennio, 60 mila giovani saranno coinvolti in un percorso di alternanza scuola-lavoro. La misura rilancia il contratto di apprendistato di primo e terzo livello. Benefici per le imprese che assumono Lo scorso 13 gennaio, il ministero del Lavoro ha presentato i protocolli d’intesa sottoscritti con gli assessori regionali alla formazione con cui si
Nel prossimo biennio, 60 mila giovani saranno coinvolti in un percorso di alternanza scuola-lavoro. La misura rilancia il contratto di apprendistato di primo e terzo livello. Benefici per le imprese che assumono

Lo scorso 13 gennaio, il ministero del Lavoro ha presentato i protocolli d’intesa sottoscritti con gli assessori regionali alla formazione con cui si inaugura la “Via italiana al sistema duale”, il programma che sperimenta un percorso di alternanza scuola-lavoro. 

 

La misura, secondo il Ministero, è volta a promuovere, in maniera innovativa, la formazione dei giovani e a favorire la transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro. “Si tratta, quindi, di uno degli strumenti attuativi del Jobs Act, attraverso il quale il Governo vuole favorire la occupabilità dei giovani e la possibilità di conseguire un titolo di studio anche attraverso un contratto di apprendistato – ha dichiarato il Sottosegretario al lavoro Luigi Bobba – La sottoscrizione di questi protocolli con gli Assessori regionali dà il via alla sperimentazione che è frutto di una intensa e proficua collaborazione con tutti i soggetti coinvolti: Regioni, enti di formazione e parti sociali”.

 

La sperimentazione del sistema duale servirà a rilanciare il contratto di apprendistato di primo e terzo livello, rafforzando il collegamento fra il mondo della scuola e quello del lavoro. Circa 60 mila i giovani che verranno coinvolti, per un biennio, in percorsi formativi di alternanza scuola-lavoro per il conseguimento di titoli di studio. Per una parte dei giovani studenti l’apprendimento in impresa avverrà tramite un contratto di apprendistato di primo livello, mentre per l’altra parte avverrà attraverso l’introduzione dell’alternanza “rafforzata” di 400 ore annue a partire dal secondo anno del percorso di istruzione e formazione professionale. 

 

Bobba ha ricordato che “le imprese che assumeranno in apprendistato formativo e quelle che ospiteranno studenti in alternanza rafforzata beneficeranno oltre che di minori costi per l’apprendista, anche di incentivi per abbattere i costi derivanti dall’impiego di tutor aziendali. Ma non solo. La nuova normativa, prevede, altresì, per l’apprendistato formativo un azzeramento della retribuzione per la formazione in aula, una diminuzione della remunerazione degli apprendisti al 10% ( della retribuzione) per la formazione svolta in azienda, l’abolizione del contributo previsto a carico dei datori di lavoro in caso di licenziamento dell’apprendista, lo sgravio dal pagamento dei contributi per l’ASPI rivolto alle imprese artigiane, la cancellazione della contribuzione dello 0.30% per la formazione continua e, infine, viene dimezzata l’aliquota di contribuzione del 10% portandola al 5% per le imprese con più di nove dipendenti”.