Occupati, + 0,8% in un anno

L’Istat rileva un aumento soprattutto al Sud. Nel secondo trimestre del 2015 calano gli occupati 15-49enni (-2,2% e -1,1) e crescono gli ultra50enni (+5,8%) Nel secondo trimestre 2015 continua la crescita degli occupati, stimata a +180 mila unità (0,8% in un anno). L’aumento, ininterrotto da cinque trimestri, riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge
L’Istat rileva un aumento soprattutto al Sud. Nel secondo trimestre del 2015 calano gli occupati 15-49enni (-2,2% e -1,1) e crescono gli ultra50enni (+5,8%)

Nel secondo trimestre 2015 continua la crescita degli occupati, stimata a +180 mila unità (0,8% in un anno). L’aumento, ininterrotto da cinque trimestri, riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge soprattutto il Mezzogiorno (+2,1%, 120 mila unità). Al calo degli occupati 15-34enni e 35-49enni (-2,2% e -1,1%, rispettivamente) si contrappone la crescita degli occupati ultra50enni (+5,8%). A riferirlo è l’Istat con una nota del 1° settembre 2015.

 

L’incremento dell’occupazione interessa sia gli stranieri (+50 mila unità) sia, soprattutto, gli italiani (+130 mila unità). In confronto al secondo trimestre 2014, il tasso di occupazione degli stranieri diminuisce di 0,1 punti percentuali a fronte di una crescita di 0,6 punti tra gli italiani.

 

Nell’industria in senso stretto, dopo la diminuzione del trimestre precedente, l’occupazione rimane sostanzialmente stabile su base annua a sintesi di un aumento nel Nord e di un calo nel Centro e nel Mezzogiorno. Nelle costruzioni, dopo diciannove trimestri di calo, torna a salire il numero di occupati (+2,3%, 34 mila unità in un anno). Nel terziario gli occupati crescono dello 0,8% (+127 mila unità), soprattutto tra i dipendenti e nel Mezzogiorno.

 

Nel secondo trimestre 2015, i lavoratori a tempo pieno aumentano in misura sostenuta per il secondo trimestre consecutivo, con un incremento di 139 mila unità (+0,8%). Ininterrotta dal 2010, prosegue la crescita degli occupati a tempo parziale (+1,0%, 41 mila unità nel raffronto tendenziale) ma in oltre sette casi su dieci questa riguarda il part time involontario, la cui incidenza arriva al 64,6% dei lavoratori a tempo parziale (era il 64,5% un anno prima).

 

L’incremento di occupazione interessa soltanto i dipendenti, cresciuti nel secondo trimestre del 2015 dell’1,1% (183 mila unità), mentre gli indipendenti rimangono sostanzialmente invariati. Continua, a ritmo più sostenuto, l’aumento del numero di dipendenti a tempo indeterminato (+0,7%, 106 mila su base annua), associato all’aumento dei dipendenti a termine (+3,3%, 77 mila unità). Si riduce il numero di indipendenti con contratti di collaborazione (-11,4%, -45 mila unità).

 

Nel secondo trimestre 2015 il numero di persone in cerca di occupazione è stimato rimanere invariato su base annua, a sintesi dell’aumento per gli uomini (+2,6%, 44 mila unità) e del calo per le donne (-3,1%, -45 mila unità). Il 59,5% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più (era il 61,9% nel secondo trimestre 2014).

 

Dopo quattordici trimestri di crescita e il calo nel primo trimestre del 2015, nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1% (-0,1 punti su base annua); alla riduzione del Nord (-0,3 punti) si associa la stabilità nel Mezzogiorno e l’aumento nel Centro (+0,1 punti), con le differenze territoriali che si ampliano: l’indicatore varia dal 7,9% delle regioni settentrionali, al 10,7% del Centro fino al 20,2% del Mezzogiorno.

 

Nel secondo trimestre 2015, a ritmi sostenuti, prosegue la diminuzione del numero degli inattivi di 15-64 anni (-1,9%, -271 mila unità) dovuto in circa sette casi su dieci ai 55-64enni. Il tasso di inattività scende al 35,8% (-0,6 punti percentuali). Dopo la crescita ininterrotta dal terzo trimestre 2011, diminuisce lo scoraggiamento (-5,8%, -114 mila unità), soprattutto nel Mezzogiorno e tra i giovani di 15-34 anni.

 

 

“I dati diffusi oggi dall’Istat indicano che i numeri del lavoro confermano l’avvio della ripresa economica certificato da indici come l’incremento del PIl, la riduzione dell’utilizzo della cassa integrazione e la crescita della fiducia dei consumatori. Questa valutazione si basa anche sull’aggiornamento, effettuato sistematicamente dall’Istat, dei dati dei mesi precedenti, con variazioni costantemente positive (ad esempio, a giugno, si passa da un calo precedentemente comunicato di 22.000 occupati ad un incremento di 14.000)”. Questo il commento del ministro del Lavoro, Poletti.

 

“L’importanza di questi dati va considerata, in particolare, nella dimensione di lungo periodo”, ha proseguito Poletti. “Su base annua, infatti, gli occupati aumentano di 235.000 unità, i disoccupati sono 217.000 in meno e le persone inattive calano di 87.000 unità. Conforta, inoltre, la diminuzione del numero dei giovani disoccupati, che pure rimane molto elevato e che richiede di fare tutti gli sforzi per migliorare la situazione.

 

Agli elementi positivi sul piano quantitativo si affianca, peraltro, la conferma del dato, già emerso dalle comunicazioni amministrative del Ministero e dell’Inps, di un sistematico miglioramento della qualità del lavoro dipendente, per il quale l’Istat certifica l’aumento, in misura sostenuta, del numero dei lavoratori a tempo indeterminato e a tempo pieno, insieme con la riduzione della precarietà.

 

È ormai dimostrato che, alla fine di una lunga e durissima crisi, gli elementi di cambiamento si verificano nel tempo e in maniera non sempre lineare. L’obiettivo della riforma del mercato del lavoro è di rendere stabile e permanente il miglioramento sia della quantità sia della qualità dei posti di lavoro. I dati di oggi ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta: ora dobbiamo accelerare”, ha concluso il ministro.