Paolo Andreani, nuovo vicepresidente di Fondoprofessioni

Andreani: «Formazione finanziata volano di sviluppo». Dalla newsletter di Fondoprofessioni di gennaio 2019 Paolo Andreani, componente della Segreteria nazionale della Uiltucs, è il nuovo vice-presidente di Fondoprofessioni. Ligure, impegnato a livello sindacale nella contrattazione dei settori Terziario e Commercio, esperto di formazione continua e bilateralità, con Andreani abbiamo parlato di politiche attive del lavoro, ambiti
Andreani: «Formazione finanziata volano di sviluppo». Dalla newsletter di Fondoprofessioni di gennaio 2019

Paolo Andreani, componente della Segreteria nazionale della Uiltucs, è il nuovo vice-presidente di Fondoprofessioni. Ligure, impegnato a livello sindacale nella contrattazione dei settori Terziario e Commercio, esperto di formazione continua e bilateralità, con Andreani abbiamo parlato di politiche attive del lavoro, ambiti di intervento per i Fondi interprofessionali, ma anche di possibili prossime iniziative di Fondoprofessioni.

 

Andreani vede nei Fondi interprofessionali un potente volano di sviluppo, non solo per la produttività, ma anche per la mobilità sociale, l’occupabilità e l’adattabilità alle condizioni del mercato del lavoro. E qui entrano in  gioco le strategie di sviluppo di Fondoprofessioni, che secondo Andreani dovranno sempre più guardare alle caratteristiche del settore di riferimento e della platea di aderenti, così come ai cambiamenti del mercato del lavoro.

 

Come si possono rilanciare e sostenere le politiche attive in Italia, tramite i Fondi Interprofessionali?

Il quadro italiano relativo alla formazione sta lentamente  migliorando, anche se il nostro Paese si conferma più indietro rispetto alla media UE. Questo è quanto ci dice il XVIII Rapporto sulla formazione continua curato da Anpal, relativamente  al biennio 2016-2017. Il sistema dei Fondi interprofessionali, che conta ormai 10,6 milioni di dipendenti iscritti, si conferma lo strumento più utilizzato per il finanziamento della formazione nelle imprese italiane. Le aziende sembrerebbero, quindi, aver maturato una maggiore apertura verso il tema della formazione continua. Formazione, innovazione e ricerca, infatti, influiscono positivamente sui processi di crescita delle imprese e dell’economia, e la formazione permanente, oltre a migliorare la produttività,  può favorire la mobilità sociale e l’occupabilità di lavoratrici e lavoratori, in  contesti di lavoro che cambiano continuamente. A questo punto bisognerebbe fare un ulteriore passo in avanti nel nostro Paese, ovvero investire sempre di più nel capitale umano, proponendo un sistema capace di integrare politiche educative e del lavoro, che sappia favorire anche gli scambi intergenerazionali.

 

Quali ambiti di intervento tematico dovrebbero essere maggiormente promossi dai Fondi?

Premettiamo che il Paese dovrebbe, in generale, investire maggiormente sulla cultura e sulla crescita delle competenze individuali, tenuto conto di fattori importanti e distintivi come livello di istruzione, età e condizione professionale. Passando alle tematiche, i Fondi dovrebbero porre una crescente attenzione al finanziamento di attività formative in ambito tecnologico e digitale, cercando di accompagnare le tendenze generali in atto nel mercato del lavoro e nei differenti settori economici. Il  sistema dei Fondi interprofessionali rappresenta uno straordinario strumento positivo per la diffusione delle conoscenze e il rafforzamento di competenze strategiche.

 

Il 94% di Studi/Aziende aderenti a Fondoprofessioni ha da 1 a 9 dipendenti, quali dinamiche caratterizzano le micro-imprese in ambito formativo?

Le micro-imprese molto spesso riscontrano maggiori  difficolta nel dare continuità alla formazione del  personale, sia per difficoltà organizzative che di emersione  e rappresentazione degli effettivi fabbisogni di potenziamento delle competenze. Fondoprofessioni ha l’occasione di svolgere un ruolo decisivo nel rapporto con le piccole imprese, il mondo del lavoro dipendente  qualificato nell’ambito delle libere professioni, ed è chiamato ad articolare e qualificare la sua offerta formativa, portando poi a verifica l’efficacia delle proprie scelte.

 

Quali interventi dovrebbero essere messi in campo dal Fondo per intercettare e soddisfare questa particolare platea?

Tenuto conto della dimensione degli Studi/Aziende aderenti, occorre potenziare strumenti “agili”, come gli Avvisi a catalogo, che prevedono l’assegnazione di voucher individuali e gli Avvisi pluriaziendali, che favoriscono forme di aggregazione della domanda formativa, su base settoriale e territoriale. Inoltre, si  potrebbero creare Avvisi “su misura”, se così si può dire, ovvero destinati a particolari finalità, aree  tematiche o settori, per rendere la nostra azione sempre più incisiva. Il “capitale intellettuale” è centrale  negli  Studi,  per questo intendiamo rispondere sempre più alle effettive necessità provenienti dagli aderenti. Per concludere, una approfondita analisi dei fabbisogni professionali di riferimento potrebbe, nel breve e nel medio periodo, orientare al meglio le scelte.